Perché si usano solo 4,5 app su un’offerta media di 3 milioni

Perché si usano solo 4,5 app su un’offerta media di 3 milioni

I dati riportati dall’Osservatorio Mobile B2C Strategy della School of Management del Politecnico di Milano mettono in luce un dato interessante: il rapporto degli utenti con le app è contrastante; più ce ne sono sia sull’App Store (2 milioni) che sul Play Store (3,6 milioni) e meno se ne installano. Secondo la ricerca, infatti, ogni utente in media scarica sul proprio device solo 22 app e ne utilizza verosimilmente 12, un dato che scende a 9 se si considerano le applicazioni avviate nel corso dell’ultimo mese e a 4,5 se si considerano, invece, quelle lanciate giornalmente.

Le app più gettonate durante il 2018 sono, com’è immaginabile, WhatsApp, Instagram, YouTube, Facebook, Messenger, Google Maps e Spotify, anche se in base ai dati della società App Annie, l’anno scorso sarebbero stati lanciati, in tutto il mondo, 194 miliardi di download tra giochi e applicazioni per un mercato nel Bel Paese di 1,5 miliardi di euro e negli Stati Uniti di 110 miliardi di dollari.

Cosa inciderebbe, dunque, nella scelta di un’app? Sempre secondo la ricerca della School of Management del Politecnico di Milano, la promozione sullo store di appartenenza (13%), il passaparola con annessi consigli di amici e parenti (10%), siti Web dedicati (7%) e pubblicità attraverso canali tradizionali (2%) come TV e giornali.

Una volta installata l’app, la sfida degli sviluppatori si concentra, allora, sulla cosiddetta “retention”, cioè sulla capacità di trattenere gli utenti, costringendoli ad utilizzare l’app il più a lungo possibile. In questo sono maestri i programmatori di Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone, dove si supera la soglia di 100 app scaricate e non disinstallate per ogni device.