Pitecus di Rezza-Mastrella e la pungente ironia del decadimento umano

Pitecus di Rezza-Mastrella e la pungente ironia del decadimento umano

CATANIA – Scanzonata, divertente, ironica ma estremamente vera la pièce “Pitecus” dei Leoni d’oro alla carriera Antonio Rezza e Flavia Mastrella, il più grande performer italiano lui e straordinaria artista- autrice lei, organizzata in tandem da Zo Centro Culture Contemporanee e Teatro Mobile di Catania, che racconta con estrema e pungente ironia il drammatico decadimento umano.

Pitecus da australopitecus, spettacolo evento per la prima volta a Catania in scena in doppio turno sul palco di Zo, è la dinamica e interattiva narrazione del quotidiano in cui si mescolano paradossali, assurde ed estreme situazioni che il gremito pubblico apprezza con copiosi applausi e grasse risate in cui rivede i propri errori e banalità.

L’intero spettacolo è un gioco, uno scambio tra attore e spettatori dove l’habitat creato da Flavia Mastrella, creatrice di installazioni artistiche multimateriche, composte da numerosi teli colorati con diversi tagli a forma di triangolo da cui Rezza emerge dando vita ai suoi personaggi non è solo una semplice scenografia mobile ma un prolungamento del corpo dell’attore, che Rezza con il suo volto plastico, le sue voci e i veloci movimenti crea una particolare sinergia tra le tante e diverse storie caricaturali del nostro oggi sempre più qualunquista ed anonimo.

Il pubblico tra una risata e una battuta vede riflesso come in un gioco di specchi i tanti luoghi comuni di cui è schiavo, una vera satira della propria miseria che per la sua immediatezza piace e conquista in modo trasversale stuzzicando e sollecitando la mente umana su quello che si è diventati e si potrebbe diventare con il passaggio dei tempi moderni.

I momenti interpretati spaziano da giovani alla ricerca di quell’occasione che accresca la loro fama e le loro tasche a individui che vendono il loro corpo in cambio di un benessere fittizio per uno spettacolo cinico capace di esprimere il malessere dell’uomo con l’arma vincente dell’ironia.