“Misura per misura” e la corruzione della società secondo Shakespeare

“Misura per misura” e la corruzione della società secondo Shakespeare

CATANIA – La corruzione, la sete di potere, la celebrazione della morale, la giustizia e la compassione sono i temi della pièce “Misura per misura” di William Shakespeare rappresentata questo fine settimana sul palco dell’Istrione per la regia di Valerio Santi.

Un testo dalla grande modernità scritto dal Bardo nel 1603, che con un ritmo veloce ed incalzante ed una recitazione fluida e avvincente, in una scena neutra che diventa in base alla narrazione dei fatti il palazzo del duca Vincenzo (Giovanni Santangelo), le segrete custodite dalla strampalata guardia Gomito (Salvo Scuderi), o le mura rassicuranti del convento della novizia Isabella (Giovanna Mangiù) punta l’attenzione sul degrado sociale e sulla riflessione politica, che dietro un finto perbenismo e un’ostentata rettitudine nasconde il marcio di una società sporca e viziosa specchio malato di una “tranquilla quotidianità”, che nonostante lo scorrere dei secoli e il mutare delle istituzione resta fedele al suo continuo e logoro immarcescibile disfacimento.

Intelligente la regia di Valerio Santi, autore anche delle musiche e delle scenografie, nell’esasperata e grottesca caratterizzazione dei personaggi vestiti in total black con uno stile tra il dark e lo steampunk che piacevolmente si incontra e scontra con la lingua di Shakespeare e l’ottimo affiatamento del cast composto da uno straordinario ed irriverente Filippo Brazzaventre nei panni del goliardico Lucio, il sempre bravo Francesco Russo nei panni di Escalo, la convincente Giovanna Mangiù chiave di volta della storia insieme a Giovanni Santangelo il duca Vincenzo e Cindy Cardillo nel ruolo di Mariana riescono con uno stratagemma a smascherare il perfido vicario Angelo interpretato da un magnetico Valerio Santi e salvare Claudio, interpretato da Marco Guglielmi che insieme ai coinvolgenti Rosaria Francese, (madama Strafotta), Daniele Sapio, (Pompeo), e Concetto Venti (Fra Tommaso) riescono a cucire i due atti di una messa in scena eccellente in ogni suo punto, riuscendo a creare una perfetta amalgama tra momenti tragici come il viscido dialogo tra Valerio Santi e Giovanna Mangiù e comici come gli allegri e irriverenti siparietti tra Rosaria Francese, Salvo Scuderi e Daniele Sapio.