Addio Google+, l’ennesimo fallimento di Google

Addio Google+, l’ennesimo fallimento di Google

Il 2 aprile 2019 Google+ ci ha lasciato per sempre. Inizialmente la chiusura era prevista per la prossima estate, ma pare che un bug, responsabile di aver esposto milioni di utenti a eventuali attacchi hacker, abbia spinto Menlo Park ad accelerare i tempi.

Nel corso degli anni, pur di contrastare Facebook, Twitter, LinkedIn e gli altri social, bisogna dirlo, Google le ha tentate davvero tutte: obbligatorietà di un account per mettere “mi piace” ai e commentare i video di YouTube, sinergia con Gmail e, addirittura, una maggiore indicizzazione sul motore di ricerca per i post condivisi tramite la piattaforma. Nonostante i 500 milioni di utenti (dato falsato considerando i “vincoli” di Big G), Google+ non è però mai decollato.

Stranamente, non è la prima volta che Google fallisce. A titolo esemplificativo, ecco 4 esempi: Google Spaces, Google Allo, Project Ara e Google Glass. La prima era un’app mobile, lanciata nel 2016, per condividere argomenti e contenuti e praticare chat di gruppo; inutile dire che chiuse, dopo solo 11 mesi, nell’aprile 2017: la concorrenza era spietata. La seconda, Google Allo, era anch’essa un’app mobile, ma rivolta alla messaggistica istantanea. Allo, un po’ come WhatsApp o Telegram, usava i numeri di telefono come di identificativi; presentata nel 2016 insieme a Google Assistant, che integrava, chiuse per problemi legati alla privacy nel 2018. Veniamo, poi, a Project Ara, un ingegnoso progetto hardware che prevedeva la realizzazione di uno smartphone “modulare”, ovvero assemblabile; le difficoltà tecniche e, in particolare, economiche, hanno qui costretto gli ingegneri a chiudere i battenti molto presto. Infine, ci sono i Google Glass, ve li ricorderete sicuramente, gli occhiali smart di Google, che promettevano la realtà aumentata e che, invece, sono stati accantonati per vari motivi: principalmente, preoccupazioni connesse, anche stavolta, alla privacy e mancanza di un preciso target di riferimento.

Ritornando a Google+, la cancellazione dei contenuti è già iniziata, ma non c’è da preoccuparsi; come recita lo stesso colosso: «Nessun altro prodotto Google, Gmail, Google Foto, Google Drive, YouTube, verrà disattivato e potrai continuare a utilizzarli. L’account Google che utilizzi per accedere a questi servizi resterà, quindi, attivo». Buono a sapersi! Per il resto, riposa in pace Google+.