Riforma copyright: a rischio la libertà di internet?

Riforma copyright: a rischio la libertà di internet?

Il 26 marzo il Parlamento europeo ha approvato il nuovo testo della riforma sul copyright con la quale l’Unione Europea intende tutelare maggiormente il diritto d’autore nel mercato unico digitale.

Il testo originario, infatti, è stato modificato a febbraio poiché considerato troppo limitativo della libertà di espressione ed aspramente criticato. La nuova legge, però, non è ancora entrata in vigore e sarà definitiva verso maggio, solo al termine dei negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue.

Ma scopriamo quali saranno le modifiche:

  • Responsabilità per le grandi piattaforme: i colossi del web, da Facebook a YouTube, dovranno pagare i contenuti prodotti da artisti e giornalisti e saranno responsabili in caso di violazioni sul diritto d’autore dei contenuti da loro ospitati.Ciò non vale per le piccole e le medie piattaforme, che resteranno escluse dalla riforma;
  • Condivisione di snippet consentita, ma soggetta a copyright: gli snippet (foto e breve testo di presentazione di articoli) potranno essere condivisi ma saranno coperti da copyright. Quindi, per poterli usare, le piattaforme dovranno pagare i diritti agli editori. In questo caso ai giornalisti spetterà parte della remunerazione ottenuta dai loro editori;
  • Sì alla cooperazione, no ai filtri: le piattaforme e coloro che detengono i diritti d’autore, al posto di filtrare i contenuti, dovranno cooperare tra loro in modo da non colpire le opere che non violano il copyright. A tal fine dovranno istituire veloci procedure di reclamo qualora si presenti la necessità di fare ricorso contro l’ingiusta eliminazione di un contenuto;
  • Pagamento degli artisti: gli artisti potranno chiedere un pagamento supplementare a chi usa le loro opere quando il compenso corrisposto in origine è palesemente più basso rispetto ai benefici che ne derivano, incluse le entrate indirette.
  • Escluse dalla riforma Wikipedia e Open Source: in caso di caricamento di contenuti su enciclopedie on line che non hanno fini commerciali, come Wikipedia, o su piattaforme di condivisione di programmi open source non vi sarà l’obbligo di rispettare le nuove norme sul copyright.

Immagine di repertorio