Cascio, Lo Sciuto, Genco e Lagalla: la politica di Castelvetrano protagonista dell’operazione “Artemisia”

Cascio, Lo Sciuto, Genco e Lagalla: la politica di Castelvetrano protagonista dell’operazione “Artemisia”

CASTELVETRANO – L’operazione “Artemisia”, condotta questa mattina dai carabinieri di Trapani, ha portato in carcere 10 persone e ristrettone ai domiciliari altre 17. In manette è finito, tra gli altri, anche l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto, medico 56enne originario di Castelvetrano (Tp), iscritto al gruppo Forza Italia dal 19 settembre 2017.

Proprio Lo Sciuto era a capo della loggia massonica che i carabinieri hanno scovato nel piccolo paese natale del boss latitante Matteo Messina Denaro e di cui facevano parte, oltre all’ex deputato, altri politici e professionisti.

Arrestato anche Paolo Genco, presidente dell’ente di formazione professionale Anfe, Associazione Nazionale Famiglie Emigrati, che avrebbe garantito sostegno economico e raccolta di voti per le candidature di Lo Sciuto. Quest’ultimo, infatti, sarebbe riuscito a ottenere assunzioni e appoggio elettorale e finanziario in cambio di una “intercessione” per agevolare la concessione di alcuni finanziamenti a favore dell’Anfe.

La loggia era quindi in grado di condizionare nomine e bandi, aveva infiltrazioni nella politica, nel mondo dell’imprenditoria e anche all’interno delle forze dell’ordine, assicurandosi potere e voti con la concessione di pensioni di invalidità e assunzioni. Ogni pensione di invalidità concessa rappresentava infatti per l’ex onorevole un cospicuo pacchetto di voti certi. L’ex deputato in passato era stato anche – ironia della sorte – componente della Commissione antimafia regionale con tanto di proclama: “Cercherò di essere la sentinella alla Regione per l’intera provincia di Trapani e per Castelvetrano in particolare”.

In manette con lui anche l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante e l’ex presidente dell’Ars ed ex deputato nazionale di Forza Italia Francesco Cascio. Un avviso di garanzia per abuso d’ufficio ha raggiunto invece l’ex rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla, oggi assessore regionale all’Istruzione, e destinatario di informazione di garanzia per l’aggiudicazione di una borsa di studio a favore della figlia nell’omonima università.

Cascio, finito ai domiciliari, è accusato di favoreggiamento personale: quest’ultimo, infatti, avrebbe informato Lo Sciuto che in quel momento veniva intercettato dai carabinieri. L’informazione sarebbe arrivata a Cascio attraverso Giovannantonio Macchiarola, capo della segreteria dell’allora ministro dell’Interno e vicepresidente del consiglio Angelino Alfano. Lo stesso Macchiarola, infatti, è indagato per rivelazione di segreto d’ufficio.

Non è la prima volta, per il 55enne dipendente dell’Asp di Palermo, che finisce nell’occhio del ciclone. Nell’anno 2012 venne coinvolto in un’inchiesta per voto di scambio nelle elezioni regionali di quell’anno. Nel 2016 è stato condannato in primo piano dal Gup di Palermo, con il rito abbreviato, a due anni e 8 mesi e sospeso dall’Ars per effetto della Legge Severino. Nel 2017, infine, è stato assolto e riabilitato.

Le persone arrestate devono rispondere, a vario titolo, di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio e associazione a delinquere segreta finalizzata a interferire con la pubblica amministrazione.