Donne, oltre alle mimose c’è di più

Donne, oltre alle mimose c’è di più

Come tutte le feste segnate sul calendario, anche quella dedicata alla donna porta con sé una buona dose di ipocrisia.

I bei discorsi e le belle citazioni da condividere sui social network vanno a braccetto con iniziative che vorrebbero celebrare il gentil sesso ma che, in alcuni casi, registrano tonfi colossali. Come la caramella al limone con la quale omaggiare le passeggere di un treno a determinate ed esclusive condizioni di viaggio, o il detersivo per lavare i piatti da regalare a tutte le clienti di un supermercato in occasione dell’8 marzo.

Davvero c’è bisogno di un giorno dedicato alle donne? Di sicuro non sono necessari certi manifesti politici che vogliono inculcare come devono essere.

Nemmeno i pregiudizi servono, eppure sono la prima arma di offesa contro le donne.

È l’8 marzo e il calendario oggi dice che le donne sono più donne. È la loro festa, se così si può chiamare, visto il tragico episodio dal quale trae origine. Quindi oggi devono essere più felici e festanti.
È l’8 marzo e non possono mancare mimose, uscite al femminile e spogliarelli maschili. Perché anche la festa della donna, come tutte le celebrazioni, ha il suo lato più kitsch.

Eppure le donne sono tali tutti i giorni. Lo ricordano certi sguardi indecenti, certe palpatine rubate nei luoghi pubblici, certe battute squallide, certe discriminazioni. Lo provano gli schiaffi e gli insulti perché provano a essere libere, ad avere la loro voce. Lo ricorda ogni maledetto femminicidio, ogni mostro che palesa la propria ignoranza e il suo lato animale quando vuole marcare il proprio possesso su una donna, abusandone e/o uccidendola.

Donne, oltre alle mimose c’è di più: la fatica di restare intrappolate in ruoli cuciti addosso “perché così deve essere”. La voglia di emergere per chi si è veramente. Il desiderio di essere libere di fare ciò che si vuole della propria vita e del proprio corpo. Il bisogno di essere donne, al di là di un giorno sul calendario che conceda il “lusso” di esserlo.

Immagine di repertorio