Il “Vaccarini” di Catania e l’Avis: la cultura della donazione

Il “Vaccarini” di Catania e l’Avis: la cultura della donazione

CATANIA – Il primo marzo 2019, nell’Aula Magna dell’I.I.S. “G.B. Vaccarini” di Catania, i volontari della locale sede AVIS hanno incontrato gli alunni delle classi quinte per promuovere un’attività di sensibilizzazione alla cultura della donazione del sangue. L’incontro, organizzato dai Professori Josè Grasso e Giovanni Spataro, costituisce un ulteriore tassello nell’ambito delle varie iniziative sul versante della cultura della salute, della prevenzione e del benessere che l’Istituto, guidato dalla Dirigente Scolastica Prof.ssa Salvina Gemmellaro, sta caldeggiando secondo un capillare e sistematico piano d’azione che prevede il potenziamento delle attività di sostegno alla comunità nelle scelte volte al conseguimento ed al mantenimento della salute dei cittadini che vi appartengono.

I volontari Giuseppe Giongrandi, Anna Maria Scorzelli, Teresa Luberto e il Dott. Gianluca Gullo, con estrema dedizione e impegno, oltreché mediante una strategia comunicativa in grado di coniugare sia il carattere scientifico sia il carattere divulgativo, hanno cercato di gettare un seme per sollecitare nei giovani studenti la cultura della generosità, del dono, del volontariato e della cittadinanza attiva.

All’iniziale presentazione dell’Avis come associazione apartitica, aconfessionale, senza discriminazione di razza, sesso, religione, lingua, nazionalità e ideologia politica che esclude qualsiasi fine di lucro e che persegue finalità di solidarietà umana, è seguita una puntuale spiegazione sulle motivazioni che potrebbero indurre una persona in buone condizioni di salute a donare sangue. Cedere il proprio sangue volontariamente e consapevolmente si configura come un gesto importante non solo per se stessi, ma anche per gli altri, in quanto serve ad alimentare un “patrimonio” collettivo di cui ciascuno può usufruire in caso di bisogno.

Gli Esperti in materia hanno chiarito come sia possibile privarsi di una parte del sangue senza avere danni perché l’organismo lo reintegra prontamente. Che il dono del sangue, qualora le condizioni di salute lo consentano, sia un atto di civiltà, oltreché di responsabilità, è persino sancito dalla legge che riconosce il diritto all’astensione dal lavoro per l’intera giornata in cui si effettua la donazione, senza perdere la normale retribuzione. La carenza di sangue costituisce, come è stato detto, una vera e propria emergenza: è stato calcolato che in estate, negli ospedali del Sud Italia, siano necessarie ventimila sacche di sangue, ma all’appello ne manchino sette mila. Nel periodo estivo, infatti, i frequenti cali pressori dovuti alla calura costituiscono un deterrente nei confronti della donazione, ma di contro aumenta la necessità di sangue in corrispondenza dell’incremento degli interventi chirurgici a causa del maggior numero di casi di infortunistica stradale accresciuta per il notevole flusso turistico.

Del sangue raccolto nei vari centri trasfusionali, il 10% viene utilizzato per le emergenze, il 51% per gli interventi chirurgici e il restante 39% per la cura delle malattie oncologiche, tra le quali, per citarne una, il neuroblastoma che colpisce prevalentemente i bambini. Durante l’incontro è stato chiarito come alcuni Comuni abbiano mostrato una particolare attenzione nei confronti della cosiddetta “emergenza sangue”: è il caso del Comune di Ragusa che invia a casa ai giovani che abbiano raggiunto la maggiore età un invito a donare sangue. La città di Ragusa, nella quale è tra l’altro molto diffusa la talassemia, la cui cura necessita di frequenti trasfusioni, vanta il primato di essere la capitale italiana dei donatori del sangue.

Dopo le precisazioni tecniche sull’idoneità alla donazione, che verrà comunque stabilita mediante un colloquio personale e riservato, una valutazione clinica e, ovviamente, dopo l’effettuazione degli esami di laboratorio previsti per garantire la sicurezza del donatore e del ricevente, l’incontro è terminato con l’indicazione dei riferimenti logistici dell’AVIS di Catania. Agli studenti maggiorenni intenzionati ad effettuare la donazione del sangue è stata data, inoltre, la possibilità di poter fare un prelievo di idoneità alla donazione il 7 marzo 2019 recandosi presso l’emoteca mobile presente negli spazi dell’Istituto.

Il medico prelevatore AVIS, Dott. Davide Terranova, e l’équipe dell’Avis, hanno accolto con tatto e professionalità gli studenti del Vaccarini che hanno manifestato la volontà di fare il prelievo e ricordato loro che, una volta accertata l’idoneità, la donazione potrà essere fatta secondo le stesse modalità in data 20 marzo 2019.

Una partnership efficace, quella tra l’AVIS e l’Istituto Vaccarini di Catania, all’insegna della scientificità, del voler fare e cooperare in vista del bene comune e della costruzione del cittadino solidale. Ancora una volta, l’Istituto mostra di essere perfettamente immerso nella società e attento ai suoi bisogni. Sensibilizzare gli alunni sulle tematiche di natura sanitaria e sulla necessità del dono del sangue significa non solo insegnare a prendersi cura della propria salute, ma anche acuire l’attenzione nei confronti delle esigenze degli altri e soprattutto inculcare il concetto secondo il quale il proprio impegno personale può fare la differenza.

L’articolo è stato redatto con la collaborazione della Professoressa Carla Biscuso