Processionaria, l’insetto che infesta la Sicilia

Processionaria, l’insetto che infesta la Sicilia

Da alcuni anni, la primavera in Sicilia fa tornare a galla un problema che ancora non si riesce a debellare del tutto, ovvero l’allarme per la proliferazione della processionaria, il fastidioso insetto che nei mesi invernali “alloggia”, per così dire, in alberi come pini e querce e che con i primi caldi torna a far danni.

Gli effetti della processionaria nel cane
Il sito di informazione IdeeGreen, ad esempio, ci spiega quali sono le conseguenze delle contaminazioni di processionaria nel cane, che vanno dalla infiammazione degli occhi ad altri gravi problemi per i nostri amici a quattro zampe, che possono inavvertitamente ingerire questi insetti o più semplicemente entrare in contatto con i loro peli, urticanti e pericolosi.

È allarme in Sicilia
Un effetto di questo allarme – che, come dicevamo, dura ormai da diversi anni – si riscontra ancora in queste settimane nella zona delle Madonie: ad esempio, a Petralia Sottana i boschi sono praticamente “off limits” per chi intende passeggiare col cane, con tanto di cartelli che invitano a tenersi lontani dalle piante per evitare spiacevoli inconvenienti, perché basta che il cane odori o lecchi le larve per esporsi a rischi come la necrosi della lingua e il soffocamento.

Un problema diffuso in tutta l’isola
Non va meglio a Castelbuono, dove il locale bosco di conifere a circa 1500 metri di quota presenta evidenti segni dell’avanzamento dell’infestazione da processionaria, aggiungendosi al lungo elenco di aree a rischio, che comprende anche Gangi, il bosco di Geraci Siculo, il bosco di Mandarini, nei pressi di Petralia Sottana, ma non è al sicuro neppure la zona dell’Etna, con infestazioni segnalate a Monte Gemmellaro, Schiena dell’Asino, Monte Scavo, Piano Vetore, Monte Intraleo, Piano Fiera e diversi tratti della pista altomontana del vulcano.

Conseguenze pericolose anche per gli uomini
La situazione è particolarmente grave perché, oltre agli effetti nocivi su piante (nutrendosi di foglie, spoglia quasi completamente gli alberi e ne provoca la morte) e cani, le larve e le processionarie possono provocare danni anche alla salute umana: i peli urticanti causano eritemi pruriginosi anche a noi, e ancora congiuntiviti (in caso di contatto tra occhi e peli di processionaria), reazioni allergiche e finanche choc anafilattico, con rischi di difficoltà respiratorie causate da un broncospasmo se c’è l’interessamento delle vie aeree.

Attenzione ai peli
L’infezione da processionaria può essere contratta in maniera molto semplice, perché può essere sufficiente sedersi o sdraiarsi nei pressi di una pianta malata per entrare in contatto con i pericolosissimi peli urticanti dell’insetto, senza trascurare la facile volatilità di tali peli, trasportati dal vento e mobilitati anche in aree limitrofe.

Che cos’è la processionaria
Chiudiamo con alcune indicazioni su questo insetto: il termine scientifico per identificarlo è Thaumetopoea e appartiene alla famiglia dei lepidotteri, ma il suo nome comune deriva da caratteristica specifica delle larve che, a maturità, si spostano mettendosi proprio come in processione, con una lunga colonna in “fila indiana”. I peli della processionaria si trovano all’interno di specifici specchi urticanti: ognuno ne contiene circa centomila, che l’insetto libera nell’aria quando viene molestato.

I metodi di lotta alla processionaria
Per legge, la disinfestazione non può essere eseguita con prodotti di natura chimica, e dunque il metodo più utilizzato è quello della lotta microbiologica, attuato tramite l’impiego di “Bacillus thuringiensis kurstaki“, un batterio selettivo che si nutre solo di alcune larve di lepidotteri, che consente quindi di contrastare le processionarie senza diventare un pericolo per altri insetti o animali in zona.