Valerio Caponetto: “Con la nascita di Panta Rei la mia compagnia teatrale ho realizzato un sogno”

Valerio Caponetto: “Con la nascita di Panta Rei la mia compagnia teatrale ho realizzato un sogno”

CATANIA – “Ho debuttato all’età di cinque anni in ‘Pensaci Giacomino’ di Luigi Pirandello nelle vesti del figlio dei due giovani innamorati, per la Compagnia Giovanni Grasso di Acicatena”. Ricorda così la sua prima volta l’attore e show man Valerio Caponetto che da allora non ha più smesso di amare il mondo del teatro e del palcoscenico fino al punto di mettersi in gioco creando una propria compagnia teatrale, “Panta Rei”, con lo scopo di riavvicinare i giovani al teatro, offrendo un cartellone che spazia tra tradizionale e moderno con incursioni anche nel mondo del cabaret.

“Dalla mia prima esibizione sono trascorsi oltre trent’anni ed ho capito che se volevo dare forma ai miei desideri dovevo studiare – racconta emozionato l’attore catanese protagonista di numerosi talk show televisivi Rai come “Detto Fatto” condotto da Caterina Balivo e “Insieme” su Antenna Sicilia -, ho sempre ‘rubato’ il mestiere ai grandi con le tante tournée teatrali in giro per la Sicilia sperimentandomi anche in campo cinematografico e televisivo”. Il grande amore per cui ogni giorno vive e combatte resta sempre il teatro anche se – afferma con sincerità – è molto affascinato dal grande schermo e presto sarà tra i protagonisti un film, “Lo scoglio del leone”, per una produzione indipendente.

“L’esperienza più bella e stimolante fino ad oggi – continua Valerio Caponetto tra i protagonisti del film “Sicilian gangster” di Carmelo Auteri è sicuramente aver dato vita ad una propria compagnia teatrale, decidendo di fare il grande salto da attore a capocomico assumendomi tutti gli onori e gli oneri, anche in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, per realizzare quel magico gioco che è il teatro”. Ed ancora aggiunge: “Il nome della mia compagnia ‘Panta Rei’, utilizza una nota frase della filosofia eraclitea: ‘Tutto scorre nulla permane’, come le maschere che ognuno di noi indossa indipendentemente dal ruolo che svolge nella vita tra pubblico e privato”.

Alla domanda come mai il teatro vive questa grande crisi, soprattutto, in Italia risponde: “Il più grande errore che fanno le istituzioni come scuola e governo è quella di non educare i ragazzi alla cultura del Teatro. L’unico Paese in Europa che non ha ancora inserito la drammaturgia con la sua storia come materia di studio è l’Italia ed è una vera vergogna, soprattutto, se pensiamo all’immenso patrimonio teatrale italiano da Goldoni a Pirandello, da De Filippo a Martoglio senza dimenticare i tanti autori minori del teatro italiano”.