Un occhio verso il futuro: Il mercato dell’auto elettrica in Italia

Un occhio verso il futuro: Il mercato dell’auto elettrica in Italia

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Il nostro pianeta è coinvolto in una vera e propria emergenza di riscaldamento globale.

Se i paesi della Terra non prenderanno provvedimenti per limitare i gas serra, il riscaldamento globale potrebbe superare la soglia di 1,5 gradi (l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi ) fra appena 12 anni, nel 2030.

E’ questo lo scenario più grave tratteggiato dal rapporto dell’ONU-IPCC “Riscaldamento globale a 1,5 gradi”, preparato a Incheon in Corea. Le emissioni dei gas di scarico delle automobili contribuiscono al riscaldamento del pianeta e per questo, i governi di tutto il mondo, ad esclusione dalla manovra di alcuni paesi come per esempio gli USA, hanno stabilito di mettere fine alla vendita di automobili a benzina o diesel. Tra le nazioni più attive in questa nuova linea ambientale vi sono Cina e Stati Uniti nonostante la ritirata dall’accordo di Parigi nella quale si parla dell’esigenza di far circolare entro 20 anni almeno 600 milioni di auto elettriche in tutto il mondo e, in questa nuova politica, l’Europa e, in particolar modo l’Italia, rimane indietro.

Ma perché tutto questo? Quali sono i motivi per cui il nostro paese debba essere sempre più indietro rispetto agli altri? Ci sono diverse ragioni che contribuiscono a frenare le vendite di automobili elettriche in Italia: gli incentivi sono fra i più bassi d’Europa nonostante la nuova manovra del governo nella quale vengono inseriti ecobonus più alti; il prezzo delle auto elettriche è ancora relativamente alto a causa anche del costo ingente delle batterie al litio; ma il nodo cruciale viene rappresentato sicuramente dalla poca presenza di colonnine che permettono una ricarica veloce e tempestiva.

In Italia ci sono circa 4 mila colonnine: poche per un paese di oltre 50 milioni di abitanti. Siamo indietro, nonostante siano stati stanziati 33 milioni e mezzo per costruire infrastrutture di ricarica: l’impiego, però, è in ritardo. Insieme al mercato delle auto a combustione interna, ci sarà anche un’intera economia che progressivamente scomparirà.

La manutenzione dei motori elettrici è molto più semplice ed inoltre se ne andranno i benzinai, gli autotrasportatori che consegnano carburante e, in generale, sarà minacciata l’intera industria del petrolio.

La buona notizia è che però aumenterà a dismisura la richiesta di energia elettrica, energia altamente rinnovabile soprattutto attraverso lo sfruttamento dell’energia solare da integrare con la costruzione di nuove centrali nucleari e con lo shale gas (gas da argille), che dovrebbe diventare a zero emissioni.

Si va, quindi, verso l’elettrico ma da come possiamo vedere è difficile ancora oggi capire come risolvere determinati problemi logistici. Possiamo dire con certezza però che bisognerà iniziare ad avviare una campagna educativa a consumare meno ed utilizzare anche mezzi pubblici.

Tutto questo per il bene del nostro presente e delle generazioni future.

Salvatore Caruso, Classe V Sez. A s.a. – Liceo Scientifico “E. Fermi” di Paternò