Notte dei Licei, Spedalieri in testa e scuola del futuro

Notte dei Licei, Spedalieri in testa e scuola del futuro

CATANIA – Come ogni anno, da cinque anni, il Liceo Classico Nicola Spedalieri ha aperto le sue porte per una notte e si è reso protagonista indiscusso della Notte del Liceo Classico, iniziativa ormai giunta alla sua V edizione.

L’evento, che ha come scopo quello di coniugare antico e moderno, quest’anno ha avuto l’obiettivo di riscoprire la sicilianità attraverso i classici.

Il Liceo Spedalieri ha sfruttato tutte le sue aule e molti corridoi per offrire una vastissima quantità di attività e progetti, dai laboratori teatrali alla musica dal vivo, dalla lettura allo scambio culturale.

L’intera serata si è aperta con il benvenuto della preside, che, fieramente, ha raccontato dell’impegno e della passione che i ragazzi hanno messo dietro ogni cosa.

 

 

Filo conduttore di molte iniziative è stata l’immigrazione, tema strettamente legato alla Sicilia, interpretato dagli alunni dell’istituto in diverse chiavi: all’interno della biblioteca è stata spiegata l’importanza dei diritti umani ed è stata portata avanti una vera e propria campagna di sensibilizzazione sotto il nome di “A-mare il prossimo”, attraverso mostre fotografiche e cartoline dalle frasi tanto crude quanto accattivanti. Ogni ospite è rimasto stupito nel leggere le commoventi storie proposte dai ragazzi: storie di migranti, di uomini e donne che scappano via dalla guerra, alla ricerca di una serenità ormai perduta, storie che però nascondono un’importante segreto.

Quelle lette in biblioteca erano tutte storie di migranti italiani.

Il messaggio che studenti e professori hanno voluto trasmettere è stato molto coraggioso: siamo tutti nella stessa barca, come quell’Odisseo che tanto abbiamo studiato o come Enaiatollah, protagonista di quel libro poggiato sul leggio, in biblioteca.

Dentro le mura dell’istituto sono state raccontate tante storie, diverse tra loro nei protagonisti e nelle trame, nelle sceneggiature o nelle voci che le raccontavano, ma tutte queste storie sono state condivise allo stesso modo: in ogni aula i ragazzi, emozionati e agitati, hanno ricreato una realtà stilizzata, con i vestiti appena abbozzati o le scarpe spesso sostituite con dei semplici calzini. Dentro le quattro mura, queste risuonavano come vere e concrete, grazie alla solidità di quei valori che, dentro lo Spedalieri, gli studenti imparano a sostenere ed elevare.

 

 

 

Come quei fili all’ingresso, anche diverse culture del mondo si intrecciano per poi mescolarsi all’interno delle varie aule, da quella siciliana a quella araba, alla nuova conquista della scuola, quella cinese.

Anche quest’anno l’antico e il nuovo si incontrano e convivono, tra i cunti di Sicilia, i pupari, l’Eneide e gli antichi miti greci, in un matrimonio dove il “Kalòs kai agathos” non è che il siciliano che riconosce l’importanza del lavoro, quello fatto con pazienza e passione, che prova amore per le proprie origini e per la propria terra, pieno di quella “pietās” che contraddistingue la nostra cultura, perché i classici non sono né superati né dimenticati, ma sono quasi manuali di vita per chi li sa riconoscere e apprezzare.

Anche quest’anno, come ogni anno, quello che ha offerto lo Spedalieri è stato un vero e proprio spettacolo, ma soprattutto una lezione extracurriculare rivolta, più che agli studenti, all’intera città, a dimostrazione del fatto che il Liceo Classico non è ancora morto.

 

 

 

Ancora una volta, lo Spedalieri è stato autentico protagonista.

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