Si ride tra equivoci e seduzione con “L’albergo del libero scambio”, l’irresistibile farsa di Feydeau

Si ride tra equivoci e seduzione con “L’albergo del libero scambio”, l’irresistibile farsa di Feydeau

CATANIA – Scambi d’identità, matrimoni ormai spenti, gag e battute inverosimili e salvifici equivoci che alla fine risolvono i guai dell’annoiata e frivola borghesia francese in cerca di nuovi stimoli sono gli ingredienti della spassosa commedia “L’albergo del libero scambio” di Georges Feydeau in scena sul palco del teatro Brancati fino al 27 gennaio.

Una pièce, diretta Sebastiano Tringali con le eleganti scene mobili di Susanna Messina, i costumi delle Sorelle Rinaldi e le musiche inedite di Matteo Musumeci, che racconta i difetti della nostra società esasperando i caratteri dei protagonisti, nello stile tipico dell’autore, nascosti dietro una facciata di finto perbenismo borghese.

Il gruppo di attori capitanato dall’indiscutibile stile ed eleganza di Alessandra Cacialli e la classe di Filippo Brazzaventre, coadiuvati dagli ottimi Plinio Milazzo, Riccardo Maria Tarci, Dodo Gagliarde e Olivia Spigarelli, insieme con Lorenza Denaro, Giuseppe Aiello, Marianna Occhipinti, Paola Bonaccorso.

Lo stesso regista Sebastiano Tringali è energico e coinvolgente, capace di regalare copiose risate, nonostante i tempi lunghi del cambio di scena in quanto ricreare quattro stanze d’albergo in uno spazio limitato non è semplice, per uno spettacolo adatto a un pubblico trasversale che non può fare a meno di divertirsi e, probabilmente, rispecchiarsi nel tragicomico dialogo dai toni assurdi e surreali tra il costruttore Pinglet, (Filippo Brazzaventre) e la preda Marcelle, (Alessandra Cacialli), protagonisti di un paradossale tradimento nei confronti dei rispettivi partner in un luogo malfamato e apparentemente anonimo come l’“Hotel Paradiso”, ovvero l’albergo del libero scambio in cui si vengono a creare situazioni estremamente esilaranti ma allo stesso tempo vere, tanto che non è raro leggere nei quotidiani  storie sentimental-sessuali che sembrano tratte da un copione teatrale.

Tutti i personaggi, nessuno escluso, sono vittime e carnefici allo stesso tempo dei tipici intrighi del re della pochade che con i suoi vaudeville e il ritmo veloce tipico del teatro comico francese della belle époque sottolinea con una spensieratezza intelligente la voglia di evadere dal proprio quotidiano tra sotterfugi e doppi sensi per placare quell’inquietudine di vivere che, ieri come oggi, difficilmente si riesce a domare.