Rissa ad Aci Bonaccorsi, la risposta della Nisiana: “Non siamo violenti, la rissa non è solo colpa nostra”

Rissa ad Aci Bonaccorsi, la risposta della Nisiana: “Non siamo violenti, la rissa non è solo colpa nostra”

CATANIA – Un video che ha fatto il giro del web e che ha scosso numerosi amanti dello sport, anche dilettantistico, anche e soprattutto di Prima Categoria.

Perché è a quella lega che la Polisportiva Aci Bonaccorsi e la Nisiana Catania fanno parte. Ascoltato ai nostri microfoni, il dirigente dell’Aci Bonaccorsi Carlo Nastasi ha denunciato pubblicamente quanto accaduto documentando il tutto con foto e video che testimoniano i danni fisici a sei ragazzi della squadra. Ciò che viene sostenuto, infatti, è che siano stati gli ospiti a far scattare una scintilla sfociata in una vera e propria rissa, aiutata addirittura dai propri sostenitori.

Per Cristian Ardizzone, vice presidente della Nisiana, non è andata esattamente così. Non appena contattato, Ardizzone ha immediatamente preso le distanze da quanto accaduto, allontanando categoricamente la violenza unilaterale: “Nel video si vede chiaramente che i calciatori di ambo le squadre sono coinvolti. Ma, dopo l’espulsione di un nostro giocatore, è successo qualcosa che mai vorremmo vedere. Non appena uscito dal campo, due giocatori dell’Aci Bonaccorsi lo attendevano per aggredirlo“.

Il tutto preceduto da molti battibecchi che coesistono in tali categorie, anche in quelle superiori, insieme con il nervosismo da scontro diretto: Non siamo una società violenta, noi di determinati atteggiamenti non vogliamo nemmeno sentirne parlare. Non insegniamo questo ai nostri ragazzi, quindi la Nisiana non è questa: come tutti, anche noi facciamo sport e facciamo dei sacrifici per portare avanti determinati valori. Pertanto, capiremo dove si è sbagliato e prenderemo i giusti e doverosi provvedimenti”.

La rissa, ovviamente, si fa in due. Poi, chi abbia la peggio o meno è un’altra storia: sempre un atto indegno resta. Il vice presidente Ardizzone, in tal senso, è dal polso fermo: “Bisogna rimanere in silenzio, o quanto meno non accanirsi contro una sola società. I calciatori non hanno reagito così da soli”.

E cosa ci facevano quelle persone in tribuna, visto che quest’ultima è dichiarata inagibile?

“Doveva essere chiusa al pubblico, ma c’erano almeno cento persone. Era una partita di cartello dove bisognava fare particolare attenzione: chi è entrato non avrebbe dovuto e potuto nemmeno avvicinarsi”, conclude Ardizzone.