Licenziato dal Cara il dominus del “sistema” immigrazione

Licenziato dal Cara il dominus del “sistema” immigrazione

MINEO – L’accoglienza, i migranti e un giro milionario di soldi pubblici: tutto un business legato alle vite umane. L’inchiesta “Terra di Mezzo” ha fatto emergere il sistema messo in piedi da Luca Odevaine e che ha radici in Sicilia nella maxi struttura del Cara di Mineo. I magistrati hanno indagato sui rapporti trasversali tra neofascisti, uomini delle coop rosse e politica scoperchiando un giro d’affari milionario che, secondo gli stessi arrestati, “rendeva più del traffico di droga”.

L’uomo che riusciva a orientare i flussi di migranti era proprio Luca Odevaine: consulente e dipendente del consorzio, gestore del Centro di accoglienza dei richiedenti asilo a Mineo e presente al tavolo di coordinamento nazionale sull’immigrazione.

odevaine

Luca Odevaine

L’ordinanza dei giudici fa emergere la capacità di Odevaine “di orientare le scelte del tavolo di coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, al fine di creare le condizioni per l’assegnazione dei flussi di immigrati alle strutture gestite dai soggetti economici riconducibili a Buzzi e Coltellacci”. Questi ultimi sono i collettori della cupola romana.

A seguito dello scandalo, Odevaine è stato licenziato dalle cariche ricoperte nel Cara di Mineo. È stato esperto del presidente del cda per il consorzio “Calatino Terra d’accoglienza”, l’ente che soprintende la gestione del Cara di Mineo e la presidente Anna Aloisi ha dichiarato di aver licenziato l’esperto della gestione dei fondi comunitari.

Odevaine era a Mineo sin dall’apertura del Cara ed era stato nominato nel tavolo di coordinamento nazionale su indicazione dell’allora presidente della provincia di Catania Giuseppe Castiglione, attuale sottosegretario all’Agricoltura di Ncd che contattato da NewSicilia.it dichiara tutta la sua sorpresa per l’esito giudiziario della vicenda: “La nomina di Odevaine era stata fatta perché era una persona ritenuta affidabile. Era capo della polizia provinciale di Roma, capo di gabinetto dell’allora sindaco Veltroni e collaboratore della Melandri”.

“E’ una vergogna speculare sull’accoglienza ai migranti – conclude Castiglione – e nessuno poteva immaginare una situazione del genere gestita da queste persone che godevano della fiducia di diversi organi istituzionali”.

Odevaine aveva anche vinto un contratto part time nel consorzio e dalle intercettazioni telefoniche dichiarava agli amici della cupola di essere il dominus dell’accoglienza: “Sono in grado un pò di orientare i flussi che arrivano da giù anche perché spesso passano per Mineo e poi vengono smistati in giro per l’Italia, per cui un po’ a Roma…un po’ nel resto d’Italia se loro c’hanno strutture che possono essere adibite a centri per l’accoglienza da attivare subito in emergenza e senza gara…insomma gli faccio avere parecchio lavoro”.