Invalidità civile: l’iter per il suo riconoscimento

Invalidità civile: l’iter per il suo riconoscimento

Lo Stato Italiano, ogni anno, spende una cifra vicina a 450miliardi di euro per il cosiddetto Welfare State, ossia la tutela del benessere del cittadino sotto forma di previdenza sociale e assistenza.

In particolare, relativamente all’assistenza sociale, vi rientra il riconoscimento della invalidità civile, una tutela prevista e definita dalla legge 118/1971 e successive modifiche, secondo la quale “Il riconoscimento di invalidità civile presuppone una minorazione o una infermità che può essere Fisica Psichica o Sensoriale che provoca un danno funzionale”.

Quale iter bisogna seguire per ottenere il riconoscimento di invalidità civile?

Innanzitutto, bisogna recarsi da un medico abilitato alla compilazione on line del certificato medico introduttivo (usualmente il proprio medico di famiglia) che attesti la patologia invalidante, tramite modelli predisposti da INPS. In questi casi, l’attività del medico di famiglia sarà molto importante in quanto lo stesso conoscerà perfettamente tutte le patologie o malattie invalidanti che caratterizzano la vita del proprio paziente e, dunque, potrà attestare, attraverso apposita modulistica che invierà telematicamente, le stesse patologie per la richiesta di invalidità. Il sistema genererà al medico un’apposita ricevuta con numero di protocollo, che verrà consegnata al paziente.

A questo punto bisogna presentare la vera e propria domanda, sia personalmente che tramite Patronato, corredata da tutti gli allegati medici e fiscali e attendere così che INPS comunichi la data della visita nella sede A.S.L. più vicina.

Durante tale visita, il richiedente sarà visionato e dettagliatamente analizzata la sua attuale condizione da una commissione composta da 3 elementi (medico-legale e medici del lavoro), nonché sarà presente un rappresentante di categoria. Può parteciparvi anche il medico di fiducia dello stesso paziente.

Dopo tale visita, la commissione notificherà dopo breve tempo un verbale al richiedente, con la quale verrà attestata la percentuale di invalidità e i relativi benefici. A partire da una percentuale superiore al 74%, il richiedente avrà diritto a un assegno di invalidità (o assegno sociale per gli ultrasessantacinquenni), che si traduce in pensione di invalidità (somma più elevata) qualora il soggetto risulti invalido al 100%.

Infine, se il verbale non dovesse riconoscere in tutto o in parte lo stato di invalidità che invece il medico curante ritiene sussistente, avverso lo stesso sarà possibile procedere alla sua impugnazione o con domanda di revisione (possibile solo qualora le condizioni del paziente si siano aggravate nel tempo), oppure, entro 6 mesi dalla notifica del verbale, con ricorso per A.T.P. dinnanzi a un Tribunale (ove un consulente medico – legale provvederà a rivalutare la condizione del paziente e la relativa percentuale di invalidità).