CALTAGIRONE – È iniziata stamattina la protesta degli infermieri NurSind dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, che rimarranno incatenati e in sciopero della fame fino a quando non interverrà l’assessore regionale alla salute e o il direttore generale. Si tratta dell’ultimo disperato gesto di protesta che lancia il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, per richiamare le attenzioni dei vertici della sanità.
Lo stato di agitazione è stato proclamato già da ieri su tutti i presidi e distretti ospedalieri dell’Azienda Provinciale di Catania e culminerà nella manifestazione più eclatante oggi nel presidio ospedaliero Gravina di Caltagirone che rappresenta la massima espressione della politica di degrado che sta conducendo l’Asp catanese.
Il Gravina va verso un progressivo smantellamento per ragioni estranee alle logiche di un buon funzionamento della pubblica sanità. In generale, invece, sono innumerevoli le criticità denunciate dagli infermieri.
Fra queste: la disapplicazione in tutta l’Asp di fondamentali norme sulla sicurezza dei lavoratori dovuta a croniche carenze igienico sanitarie in tutti i presidi e distretti; la gravissima insufficienza del personale infermieristico e degli operatori socio sanitari, dunque uno scorretto utilizzo delle risorse umane; e, la mancanza quasi ventennale dell’indizione di concorsi interni all’Asp Catania atti a individuare le figure dei coordinatori.
Ciò ha generato una politica di nomine clientelari tra gli infermieri in cui i vari primari hanno individuato come coordinatori loro pupilli.
“Non stiamo qui a chiedere denaro o meno ore di lavoro. Vogliamo una buona sanità che funzioni bene per l’utenza e in cui a noi, operatori del settore, venga data la possibilità di lavorare nelle giuste e dovute condizioni”, ha affermato Francesco Di Masi, segretario aziendale NurSind dell’Asp di Catania.
