Pensiline per ripararsi dalla pioggia VS formazione scolastica. Alla “Maiorana” continua il dibattito

Pensiline per ripararsi dalla pioggia VS formazione scolastica. Alla “Maiorana” continua il dibattito

CATANIA – Trentasei aule suddivise su tre piani, corridoi con uscite di emergenza, scale antincendio, un’aula magna, una biblioteca, un’aula di informatica, cinque locali con relative postazioni internet, due grandi palestre coperte, un’infermeria, tre locali per gli uffici amministrativi, una vice-presidenza, una sala professori: questo e tanto altro è la scuola secondaria di primo grado “Quirino Maiorana” di Catania.

Dalla descrizione fatta sopra, sembra davvero che in questa scuola sia tutto perfetto (o quasi): aule e locali provviste di computer, videoproiettori, lettori cd, LIM, notebook, tablet, due aule adibite a laboratori interdisciplinari, un’aula video e una multidisciplinare, eppure, c’è qualcosa di cui alcuni genitori degli alunni presenti all’interno dell’Istituto ne lamentano la mancanza: una pensilina, anzi, due, per non far bagnare i propri figli quando piove.

La questione sta creando non pochi problemi e a subirne di più sono proprio gli studenti e, soprattutto, la Dirigente Scolastica, professoressa Elvira Corrao.

Facciamo un passo indietro e proviamo a spiegare quanto, da diversi mesi, sembra essere al centro di un dibattito acceso e che pare non abbia ancora trovato un punto di accordo tra chi, impuntatosi, vorrebbe si costruissero queste pensiline e chi, invece, ha compreso che non è davvero possibile (almeno nei termini scelti dai genitori).

Tutto nasce in un giorno scolastico come tanti quando, durante una giornata di sciopero, il maltempo ha deciso di metterci del suo e di colpire in pieno Catania e dintorni. Per ovvie ragioni, gli studenti che si trovavano fuori dalla scuola, non potendo entrare all’interno dell’atrio e poi successivamente in aula (come fanno di consueto ogni qualvolta si presenta la pioggia), colpiti da una vera e propria bomba d’acqua, sono ritornati a casa zuppi come pulcini. Ma, ripetiamo: secondo alcuni docenti intervistati ai nostri microfoni, è stato “un caso raro”, di coincidenza, perché maltempo e sciopero hanno deciso di unirsi e dar vita a tutto quello che stiamo per raccontarvi.

Come alcuni di voi sapranno, ogni istituto dispone di fondi forniti dal contributo versato dalle famiglie; bene, anche per la scuola media “Maiorana” esistono questi contributi che, subito dopo la questione venuta fuori, hanno deciso – con seduta del 3 luglio 2018 – “di destinare il 70% del contributo volontario versato dalle famiglie alla scuola per la realizzazione di due pensiline nelle aree di pertinenza della scuola a protezione degli alunni in caso di eventi meteorologici avversi”.

L’assemblea, il 4 settembre 2018, approva la realizzazione di dette pensiline con l’unico voto contrario della Dirigente che, invece, conferma – per ovvie ragioni – quanto afferma il MIUR e cioè che i fondi versati dalle famiglie devono essere utilizzati esclusivamente per il miglioramento dell’offerta formativa“. La Dirigente Scolastica, inoltre, spiega “che non può emanare un bando per la realizzazione di interventi edilizi nelle aree di pertinenza della scuola perché non ha competenze ingegneristiche.

C’è da dire, inoltre, che realizzare un’opera edilizia (perché di questo stiamo parlando) non è così semplice. Sempre nel verbale del Consiglio si legge di come “occorre tenere conto di molteplici fattori tra i quali le dimensioni dell’opera in questione della superficie che ogni singolo alunno deve occupare, del cambio di destinazione d’uso dell’area di proprietà del Comune, delle norme sulla sicurezza, urbanistiche e sismiche, della nomina delle figure tecniche per la progettazione architettonica e strutturale, per il coordinamento della sicurezza, della direzione dei lavori e del collaudo“. 

Ai nostri microfoni, a chiarire, esausto e avvilito per una situazione che i genitori in questione sembrano proprio non voler intendere, è intervenuto l’Ingegnere Cassaniti che, ci spiega, in parole semplici, quanto vi abbiamo già detto prima. “Il Consiglio dei genitori continua a perseverare sulla sua decisione, volendo a tutti i costi destinare il 70% dei contributi volontari impedendo e soprattutto mettendo in difficoltà non solo la Dirigente, ma anche i propri figli che, al momento, si ritrovano impedito il diritto di ampliare la propria istruzione con corsi di formazione a cui, ripeto, i fondi sono destinati“. 

La questione, siamo certi, non troverà facilmente un punto di incontro ma, c’è da dire, che il maltempo a Catania fa tappa raramente e che l’istruzione e la formazione potrebbero anche ritenersi più importanti di un capello bagnato. Fermo restando che trovare una soluzione idonea e che possa conciliare opinioni e, soprattutto, esigenze di tutti ed in particolare degli alunni, sarebbe l’ottimale.