Meno medicine e visite per risparmiare: Sicilia terza in Italia per rinuncia alle cure

Meno medicine e visite per risparmiare: Sicilia terza in Italia per rinuncia alle cure

PALERMO – Prendersi cura di sé e provvedere ai bisogni medici basilari è una pratica che spesso diamo per scontato, ma non è sempre così. Sembrerebbe che quelle pastiglie o bustine che prendiamo quando abbiamo mal di testa, dolori mestruali o articolari, non siano poi tanto alla portata di tutti.

In Italia sono oltre mezzo milione le persone povere al punto di non potersi permettere neppure i farmaci più banali come una semplice un’aspirina o un antidolorifico. Si tratta, nello specifico, di 539mila poveri a cui si aggiungono 13milioni di italiani che hanno dovuto addirittura rinunciare a una visita o accertamento per risparmiare. A dichiararlo il rapporto 2018 su povertà sanitaria e farmaci della fondazione Banco Farmaceutico e della BFResearch.

A fronte di spese ritenute più urgenti e impossibili da rinviare, le famiglie povere destinano alla salute solo il 2,54% della propria spesa totale, contro il 4,49% delle famiglie non povere. Solo 117 euro l’anno è la cifra che possono spendere, mentre il resto delle persone può uscire 703 euro l’anno per curarsi. Inoltre, i nuclei più poveri, paradossalmente, spendono il 54% del loro budget, perché investono meno in prevenzione.

Se analizziamo le varie regioni italiane, la situazione della Sicilia, insieme con la Calabria, la Basilicata, la Campania e la Puglia, appare molto critica. I dati del rapporto Rbm-Censis sulla salute pubblica, privata e intermediata parlano chiaro.

La Sicilia, in particolare, è la terza regione per numero di cittadini costretti a rinunciare alle cure (oltre 1,3 milioni). Viene superata solo da Campania e Lazio (rispettivamente 1,6 e 1,8 milioni di abitanti). Infatti, l’unione di queste tre regioni rappresenta ben il 40% di cittadini che devono astenersi dalle cure.

Per non parlare dei bassi livelli di finanziamento. Nell’isola la spesa sanitaria risulta essere pubblica per l’81%, privata per il 18% (pari a 408,70 euro per abitante) e intermediata per l’1%. Sempre per quanto riguarda la distribuzione dei medicinali, nella Trinacria, i cittadini versano la quota di ticket farmaci più consistente, ovvero 33 euro pro capite. A seguire, si trovano Campania con 32 euro e Puglia con 31 euro.

In generale, le medicine più richieste sono per il sistema nervoso (32%), l’apparato muscolo-scheletrico (16%), il tratto alimentare e metabolico (13,4%), l’apparato respiratorio (8,7%) e le patologie dermatologiche (6,3%).

Foto di repertorio