Augmented Eternity, l’app per l’immortalità

Augmented Eternity, l’app per l’immortalità

Nell’episodio 4 della stagione 3 di Black Mirror, intitolato San Junipero, “una giovane donna introversa sviluppa con un’esuberante coetanea un legame che sfida le leggi dello spazio e del tempo” (plot Netflix), detto altrimenti s’innamora della coscienza di una donna morta che però continua a esistere grazie a una realtà simulata, soprannominata appunto San Junipero.

L’immortalità, come mostra l’episodio, sembra essere quindi uno tra gli obiettivi dell’innovazione tecnologica. Hossein Rahnama, CEO di Flybits, ricercatore della Ryerson University di Toronto e visiting faculty member del Media Lab del MIT, sta elaborando un’app, dal nome Augmented Eternity, che dovrebbe fare proprio questo, ovvero renderci immortali sotto forma di “entità digitali”; ma come? L’idea è quella di creare un programma basato sull’acquisizione di informazioni, sia personali che frutto di corrispondenze, tramite l’analisi di profili social, ricerche sul Web e app utilizzate nel corso della propria vita. Un’intelligenza artificiale, poi, andrà a incrociare l’enorme mole di dati acquisti per creare una copia digitale della personalità presa in esame.

Oggigiorno abbiamo un’infinità di dati, potere di calcolo e capacità di storage. Sarebbe stupido non utilizzare tutto ciò per creare ‘cloni digitali’ di noi stessi, avatar 3D e in futuro robot con la nostra personalità”, ha dichiarato Rahnama al MIT Technology Review.

Quello che, tuttavia, rende difficile la creazione di una personalità completa a 360° è il “contesto”: ogni persona si comporta in modo diverso in base all’individuo con cui si relaziona, veicolando contenuti emozionali e semantici spesso contraddittori. Secondo Rahnama è come se in ognuno di noi ci fossero “ventimila personalità in una; replicarle tutte non sarà facile.