Quasi un milione di euro per fontana Tondo Gioeni, Bosco: “Residuo da destinare solo a opere pubbliche”

Quasi un milione di euro per fontana Tondo Gioeni, Bosco: “Residuo da destinare solo a opere pubbliche”

CATANIA – Tiene banco in questi giorni la questione relativa al dissesto del Comune di Catania e, probabilmente anche per lo specifico momento, la diatriba in merito ai fondi utilizzati per la famigerata e tanto discussa costruzione della fontana del Tondo Gioeni.

Per questa opera l’ex sindaco del capoluogo etneo, Enzo Bianco, ha sempre negato di avere utilizzato fondi provenienti dalle casse di Palazzo degli Elefanti. Questo però è stato smentito qualche giorno fa da un atto ufficiale del 2016, nel quale era evidente come la cifra di 994.800 euro era ripartita nel seguente modo: 751mila euro provenivano da un mutuo acceso con la Cassa Depositi e Prestiti e i restanti 243.800 euro erano fondi del capitolo del bilancio comunale del 2014.

Questo ha generato l’indignazione di buona parte dei cittadini, dato che secondo loro questi soldi potevano essere utilizzati per interventi più utili rispetto a quello relativo alla costruzione di una fontana. L’ex Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Catania Luigi Bosco, intervenuto ai nostri microfoni, ci spiega meglio cos’è successo.

“Le delibere dirigenziali sono pubblicate subito nell’albo pretorio – afferma Bosco –. In questo caso di parla di un intervento di messa in sicurezza del luogo, relativo a una cascata molto pericolosa che si creava in caso di evento piovoso, che noi dovevamo fare in ogni caso con fondi comunali; da qui, quei 200mila euro che sono serviti a canalizzare le acque per portarle dentro le fognature. Il resto dei soldi erano il residuo di un appalto fatto con la Cassa Depositi e Prestiti da Stancanelli, un’opera meritoria della quale gli devo dare atto. Questo denaro però non poteva essere usato per pagare debiti o stipendi, ma per fare investimenti e opere pubbliche. Noi avevamo due possibilità: o fare delle piste ciclabili o intervenire al Tondo Gioeni, che non poteva restare in quelle condizioni. Avendo trovato modo di farci finanziare le piste ciclabili col Pon Metro, con questi fondi abbiamo deciso di fare la fontana. Bianco si è espresso correttamente perché con questi soldi l’opera la dovevamo fare e perché è stata fatta con dei residui e senza incidere sul bilancio comunale. Si potevano fare due appalti diversi, uno per il muro e l’altro per il sistema idraulico, ma sarebbe stato un controsenso”.

Riguardo ai debiti fuori bilancio non inseriti nel piano di rientro “Catania ha 300mila abitanti – conclude Bosco -, di cui alcuni non pagano le tasse, ma eroga servizi per 500mila persone, perché ci sono anche quelli dei paesi limitrofi che scendono nel capoluogo etneo. Questa cosa può essere risolta a livello di area metropolitana. Inoltre Bianco, al momento del suo insediamento nel 2013, anziché dichiarare il dissesto e scaricare le colpe su chi lo aveva preceduto, ha accettato il piano di rientro fatto dalla giunta Stancanelli. Ma poi sono emersi dei debiti fuori bilancio verso società e professionisti, che non erano stati valutati nel piano di rientro e per i quali il Comune soccombeva sotto l’esito di sentenze passate in giudicato. Ma non finisce qui perché è stata fatta una norma che non consentiva più di considerare tra gli attivi i fondi che c’erano con la finanza creativa della sindacatura Scapagnini. Così il deficit si è allargato a dismisura e per legge non è stato più possibile mettere nella parte attiva ciò che prima poteva essere messo”.