Delitto Loris: indagato il cacciatore. La procura: “Atto dovuto”

Delitto Loris: indagato il cacciatore. La procura: “Atto dovuto”

RAGUSA – Un bambino di otto anni trovato morto in un canalone. Di sicuro c’è questo e pochi altri elementi per fare luce sulla tragedia che ha sconvolto la famiglia Stival per l’uccisione di Loris Andrea. Santa Croce Camerina – la città del sole e della quiete placida della vita di provincia – è sconvolta. Aleggia la psicosi del “mostro”. Le mamme, per comprensibile paura, hanno preferito accompagnare i propri figli a scuola non perdendoli un minuto d’occhio. La piazza principale sembra un set: piena di telecamere e microfoni che documentano, dopo il dolore, la ricerca di un colpevole.

GLI SLIP. Un nuovo elemento si aggiunge al quadro delle indagini. Un’animatrice che lavora in un campo scuola privato ha trovato l’indumento intimo a terra, sul marciapiede, ed ha avvisato polizia e carabinieri che sono sul posto. Secondo quanto si è appreso è poco probabile che lo slip fosse lì già ieri perché la zona è frequentatissima. Un’altra donna, una mamma con un bambino, ha detto agli investigatori di averli visti sulla strada e di averli messi sul marciapiede.

Si tratta di un paio di slip blu per bambini con la scritta ‘cool skater boy’ con disegnato un cucciolo di lupo.

IL CACCIATORE. Novità degli ultimi istanti è che Orazio Fidone, l’uomo che ritrovato il corpo del piccolo Loris, è il primo indagato nell’inchiesta.  L’atto disposto dalla Procura è dovuto per eseguire un esame tecnico irripetibile, accertamenti su due vetture e vestiti dell’uomo.

Inoltre Fidone è stato denunciato per detenzione di esplosivo, che sarebbe risalente alla seconda guerra mondiale. Nella sua casa polizia e carabinieri hanno sequestrato inoltre migliaia di munizioni da caccia e da guerra, tutte illegalmente detenute. La procura di Ragusa lo ha denunciato in stato di libertà. Indagini sono state eseguite anche dagli artificieri della polizia di Stato di Catania.

Il cacciatore  aveva preso parte alle ricerche e già l’altro ieri era stato lungamente ascoltato dagli inquirenti e la sua auto è stata oggetto di diversi accertamenti.

“Su di me non ci sono sospetti finora solo accertamenti di routine. Non ho un avvocato,  non ne ho nominato uno, semplicemente un mio amico mi ha assistito in questi giorni difficili. Sono tranquillo, non ho nulla da temere”. Queste le dichiarazioni rilasciate alle agenzie dal cacciatore.

Gli inquirenti hanno affermato che sul corpo del piccolo non vi è la presenza del dna del cacciatore.

LO ZAINETTO. Un altro elemento mancante è lo zainetto di Loris. Il bambino ne possedeva uno blu con le cinte gialle e la scritta di Toy Story ma non è stato ritrovato né vicino al corpo né in città: sembra essere sparito nel nulla. Eppure potrebbe essere una chiave di volta importante per le indagini. La raccolta dei rifiuti e il conseguente smaltimento sono stoppati per permettere le ricerche all’interno dei vari cassonetti ma sinora non è emerso nulla.

zainetto

lo zainetto di Loris Andrea Stival

LE TESTIMONIANZE. Il procuratore Carmelo Petralia ha richiesto espressamente “la collaborazione alla cittadinanza, non una caccia alle streghe”. Ha invitato, quindi, chiunque sia in possesso di informazioni utili di avvisare le forze dell’ordine. In questa fase qualsiasi dettaglio può fare la differenza. Ci deve essere necessariamente qualcuno che deve aver visto i movimenti di Loris nella mattina della sua scomparsa e su questo punto il procuratore Petralia ha dichiarato: “Stiamo parlando di una città di 8mila abitanti e certi fatti non possono essere sfuggiti, questo riguarda anche vicende precedenti”.

LA SCUOLA. La madre aveva lasciato il piccolo a pochi metri dalla scuola che si trova in una zona pedonale interdetta alle auto. Quindi Loris non è entrato a scuola ma ha cambiato subito dopo percorso. Aveva appuntamento con qualcuno? È stato avvicinato da qualche auto? Una risposta potrebbe essere fornita dalle diverse telecamere a circuito chiuso presenti nella zona scolastica e quelle degli esercizi commerciali presenti nei paraggi attualmente al vaglio degli inquirenti.

LA STORIA. A raccontare al programma “Chi l’ha visto?” in onda su Rai3 ieri sera una storia inquietante è stato un albanese che da anni vive a Santa Croce. L’uomo ha raccontato che al figlio una volta venne offerto un passaggio in auto da uno sconosciuto ma il bambino rifiutò. Potrebbe essere accaduto lo stesso a Loris?

IL MULINO. Sempre durante il programma della tv di Stato è stato mostrato il mulino adiacente al canalone nel quale è stato trovato il corpo del bambino. Il proprietario è una persona anziana che ha affermato: “Qui ci vengo almeno due volte a giorno a passare del tempo. È capitato che qualcuno sia entrato qui e ho trovato uno “schifiu” e i letti disfatti”. Il mulino dista almeno 4 chilometri dal centro di Santa Croce. Chi ha condotto Loris in quel posto magari poteva essere entrato nel mulino? Conosceva la zona?

Prosegue intensa l’attività degli investigatori e la scientifica ieri notte ha battuto la zona di campagna del rinvenimento del corpo senza vita del bambino. Inoltre ieri, oltre a Orazio Fidone, è stato interrogato dai magistrati anche un giovane vicino di casa di Loris.

“Sono stato sentito perché a volte portavo Loris sul motorino con me”. Queste le parole di Cristian, il diciottenne vicino di casa di Andrea Loris. Il giovane e’ stato sentito la scorsa notte in questura come persona informata sui fatti.

vicino loris andrea

Il vicino di casa di Loris Andrea – foto Anna Roccaro

L’APPELLO. “Chiediamo aiuto alla popolazione: per noi è fondamentale in questo momento avere a disposizione tutte le immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza, che siano di abitazioni o di aziende pubbliche o private”. E’ l’appello che il capo della Squadra mobile di Ragusa, Nico Ciavola, rivolge agli abitanti di Santa Croce Camerina. L’obiettivo degli investigatori è quello di avere prima possibile le immagini che potrebbero aver registrato gli istanti precedenti alla morte del piccolo Loris. Immagini che, se non acquisite immediatamente, potrebbero essere cancellate in quanto i sistemi di videoregistrazione, passato un certo tempo, sovrascrivono le immagini registrare precedentemente.

“Per noi è fondamentale – ha aggiunto Ciavola – cristallizzare ogni istante prima dell’omicidio”. Intanto il procuratore Carmelo Petralia ha rilevato con stupore il mancato arrivo di segnalazioni da parte della popolazione di Santa Croce Camerina.