Sottopone minore a rito voodoo e la porta in Italia per farla prostituire: arrestata “Mama”

Sottopone minore a rito voodoo e la porta in Italia per farla prostituire: arrestata “Mama”

CATANIA – Lo scorso 10 ottobre, in esecuzione del decreto di fermo emesso in data 8 ottobre 2018 dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha fermato Joy Idahollsa, 25enne, gravemente indiziata, in concorso con altre persone allo stato non identificati in Nigeria e in Libia, dei delitti di tratta di persone – con le aggravanti della transnazionalità del reato – e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

È accusata di avere agito mediante minaccia attuata attraverso la realizzazione del rito religioso-esoterico del voodoo, ai danni di minore al fine di sfruttare la prostituzione ed esponendo la persona offesa a un grave pericolo per la vita e l’integrità fisica (facendole attraversare il continente di origine sotto il controllo di criminali, che l’hanno sottoposta a privazioni di ogni genere e a diverse forme di violenza, facendola giungere in Italia via mare a bordo di imbarcazioni occupate da moltissimi migranti, esponendola a un altissimo rischio di naufragio).

Il provvedimento restrittivo accoglie gli esiti di un’attività investigativa di tipo tecnico avviata dalla Squadra Mobile con il coordinamento della Dda di Catania, in seguito alle dichiarazioni rese dalla minore chiamata “Babel” – nome di fantasia -, giunta il 18 gennaio 2018 al porto di Catania a bordo della nave “Aquarius” della Ong “SOS Mediterranee”, insieme con altri 512 migranti.

Joy Idahollsa, 25 anni

Joy Idahollsa, 25 anni

In particolare, la minore aveva riferito di aver lasciato il paese d’origine a causa di difficoltà economiche e che un connazionale le aveva proposto di raggiungere l’Italia con l’accordo che una donna, tale “Mama”, di nazionalità nigeriana, già dimorante in Italia, si sarebbe fatta carico delle spese di viaggio, corrispondenti a 25mila euro, somma che la giovane avrebbe dovuto restituirle lavorando. La ragazza era stata sottoposta al rito ju ju prima di iniziare il viaggio verso la Libia e, giunta a Tripoli, il boga – responsabile del trasferimento – le aveva fornito l’utenza della madame che la attendeva in Italia.

La madame, informata dello stato di gravidanza della minore, aveva ripetutamente tentato di convincerla di interromperla in territorio libico e le aveva dato indicazioni circa il comportamento da tenere all’arrivo in Italia: la minore avrebbe dovuto dichiararsi maggiorenne, avrebbe dovuto contattarla immediatamente in modo da potere essere prelevata al più presto dalla comunità, non avrebbe dovuto riferire a nessuno che una donna la attendeva in Italia.

Babel giunta in Italia, aveva deciso di non consegnarsi alla madame, avendo compreso di essere destinata alla prostituzione e aveva raccontato la propria storia.

Le indagini tecniche così avviate hanno permesso di giungere all’identificazione della madame di Babel nell’indagata Joy Idahollsa (cui la vittima si rivolgeva con l’appellativo di Mama) e hanno consentito di apprezzare le modalità rassicuranti con le quali la donna si rivolgeva alla vittima, mostrando con quest’ultima una apparente gentilezza e mitezza.

La falsità di tale atteggiamento è resa evidente dalle conversazioni intrattenute dalla donna con i propri correi in Nigeria ai quali esternava il proprio progetto reale, ovvero quello di farsi raggiungere al più presto dalla giovane e arricchirsi dei ricavi della prostituzione della giovane, anche al fine di inviare denaro in Nigeria necessario per la costruzione di un immobile.

In qualche occasione la madame ha ricordato a Babel le somme spese per farla arrivare in Italia, contestandole la sua mancata riconoscenza e il mancato rispetto dell’impegno assunto, evidentemente spazientita per il comportamento della minore.

Alle prime luci dell’alba del 10 ottobre, gli investigatori della Mobile di Catania, collaborati da personale della Squadra Mobile di Bergamo, hanno rintracciato la 25enne nella sua abitazione.

Effettuate le formalità di rito, Joy Idahollsa è stata rinchiusa nel carcere di Bergamo. Il 12 ottobre, il giudice per le indagini preliminari di Bergamo ha convalidato il fermo e ha applicato la misura cautelare della custodia cautelare in carcere.