Arriva a Catania il 34° Congresso Nazionale Forense: l’intervista al Presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catania

Arriva a Catania il 34° Congresso Nazionale Forense: l’intervista al Presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catania

CATANIA – “Il ruolo dell’avvocato per la democrazia e nella Costituzione”: sarà questo il tema centrale del XXXIV Congresso Nazionale Forense, che si svolgerà il 4-5-6 ottobre  presso la Chiesa di San Nicolo l’Arena ed il Monastero dei Benedettini di Catania, grazie alla disponibilità e vicinanza di Sua Eccellenza l’Arcivescovo Salvatore Gristina di Catania, dell’Amministrazione Comunale e del Sindaco, Dott. Salvo Pogliese e del Magnifico Rettore dell’Università di Catania, Prof. Francesco Basile e del Prorettore, Prof. Giancarlo Magnano San Lio.

Un’occasione imperdibile per l’avvocatura italiana: interverrà il Ministro della Giustizia, Avvocato Alfonso Bonafede.

“Sarà il primo Congresso davvero politico”, ci spiega il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania, l’Avv. Maurizio Magnano Di San Lio: “Proprio lo scorso anno, a Rimini, è nato l’Organismo Congressuale Forense deputato a dare seguito alle delibere del congresso, oggi con  funzione politica”.

Presidente, quali saranno i temi del Congresso?

“Il tema principale è quello del ruolo dell’Avvocato nella Costituzione: è importante un riconoscimento che ancora non abbiamo. Ma si parlerà anche della natura dei Consigli dell’Ordine, della riforma dello Statuto dell’Organismo Congressuale Forense, dei tanti problemi del processo civile e della monocommittenza”.

La monocommittenza è il rapporto di lavoro svolto dal titolare di Partita Iva verso un unico committente.

Questo è uno dei temi più caldi per i giovani avvocati. Che futuro per loro?

“Sono un fautore dei giovani che osservo, soprattutto, quando vengono a giurare al Consiglio. Hanno proprio l’idea di aver raggiunto un grande traguardo. Ed è vero: entrare a far parte dell’avvocatura, al di là di ogni retorica, è un bel traguardo. Il problema è che c’è un forte sbilancio tra domanda ed offerta. Il mio pensiero è quello di puntare sulla formazione già all’Università: a partire dal 4° anno, i giovani dovrebbero poter scegliere tra carriera legale (avvocato, notaio, magistrato ecc.), nella pubblica amministrazione o nelle Forze dell’Ordine”.

Il telematico e i social hanno cambiato il modo di fare l’avvocato?    

“Certamente sì: bisogna aggiornarsi e saper beneficiare dei vantaggi del telematico e dei nuovi mezzi di comunicazione. Siamo tutti connessi ormai e la notizia viaggia nel giro di un secondo: dico solo che bisogna essere bravi a non strumentalizzare ed  essere strumentalizzati dai social. Il tema è importante ed al Congresso si parlerà del” linguaggio dell’odio”.

C’è più sfiducia nella giustizia. Cosa può fare l’avvocato?   

“La sfiducia è dovuta anche ai tempi lunghi dei processi ed ai costi di accesso alla giustizia. Noi avvocati dobbiamo pretendere che, all’interno della Costituzione, ci venga riconosciuto il ruolo di momento indispensabile della giurisdizione. Noi avvocati dobbiamo essere al fianco del cittadino. Il ruolo dell’avvocato è indispensabile. Non a caso, la legge professionale prevede uno sportello per il cittadino e prevede che gli avvocati escano dai tribunali per andare incontro alla cittadinanza”.

Cosa chiede l’avvocatura al Ministro di Giustizia, Bonafede? 

La risposta è nel video che segue.