Armi, acquisto e detenzione sempre più facili: ecco che cosa cambia con il nuovo decreto

Armi, acquisto e detenzione sempre più facili: ecco che cosa cambia con il nuovo decreto

PALERMO – Lo scorso 10 agosto, la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il decreto (fortemente caldeggiato da Matteo Salvini sul percorso per la tutela della legittima difesa ed entrato in vigore il 14 settembre) che rende meno restrittiva la normativa sul possesso di armi detenute legalmente in Italia. A partire da questa data, infatti, per ottenere la licenza non vi è più l’obbligo di avviso a familiari o conviventi e sarà inoltre più facile possedere armi di provenienza militare come il Kalashnikov Ak-47 e il fucile semiautomatico Ar15.

Ecco gli argomenti cardine del decreto:

  • aumento da 6 a 12 delle armi sportive detenibili.
  • aumento a 10 per le armi lunghe e a 20 per le armi corte, dei colpi consentiti nei caricatori (oggi limitati rispettivamente a 5 e 15).
  • riduzione della durata della licenza di porto d’armi per la caccia/uso sportivo da 6 a 5 anni.
  • invio della denuncia di detenzione a carabinieri o alla questura anche tramite mail, da un portale certificato.
  • nessun obbligo ad avvisare i propri conviventi del possesso di armi.
  • introduzione della categoria di “tiratori sportivi” di cui faranno parte gli iscritti ad un poligono affiliato CONI o a una Federazione sportiva.
  • retroattività al 13 giugno 2017 dell’obbligo di essere tiratori sportivi per poter detenere le armi di categoria A6 (demilitarizzate) e A7 (armi a percussione centrale con caricatore superiore a dieci colpi per arma lunga e venti per arma corta).

Questa legge potrebbe favorire l’aumento della vendita in Italia di armi da fuoco, specie in un periodo in cui, in tutta Europa, è in crescita la paura di atti terroristici e di intrusioni nelle abitazioni private.

Secondo l’ultimo Rapporto Censis sulla filiera della sicurezza in Italia, le licenze per porto d’armi nel 2017 sono cresciute del 13,8% rispetto al 2016 e negli ultimi tre anni sono stati circa 200mila gli italiani che hanno iniziato a frequentare i poligoni di tiro, mossi principalmente dalla volontà di imparare a difendersi.

Immagine di repertorio