Iperemesi gravidica: stress per la donna

Iperemesi gravidica: stress per la donna

L’emesi gravidica, nausea e vomito, è una condizione presente nel 50-90% di tutte le gravidanze. Tale condizione si manifesta in maniera variabile, dalla semplice nausea mattutina al vomito continuo che persiste durante la giornata.

L’iperemesi gravidica ne rappresenta la forma più grave ed è caratterizzata dalla presenza di più di tre episodi di vomito durante la giornata associati a chetonuria, alterazioni elettrolitiche (ipokaliemia), disidratazione e perdita di peso (> 5%).

Questa patologia ha un’incidenza che oscilla tra lo 0.5% e il 2%.

La nausea e il vomito in gravidanza si presentano nel primo trimestre, raggiungendo un picco intorno alla nona settimana. Il 60% di questi casi si risolve entro la dodicesima settimana, un altro 30% arriva alla ventesima settimana mentre soltanto il 10% persiste fino al parto.

Nelle forme più lievi è indicato utilizzare una serie di accorgimenti dietetici, come fare pasti salati “piccoli” e frequenti, assumere piccole quantità di acqua frequentemente durante la giornata, evitare cibi grassi e piccanti, preferire cibi ad alto contenuto di proteine e di carboidrati.

Si raccomanda inoltre di ridurre le attività stressanti.

Qualora tali provvedimenti non fossero sufficienti e la sintomatologia impedisse le normali attività quotidiane, si può ricorrere alla somministrazione di farmaci antiemetici.

Nelle forme più gravi è necessaria l’ospedalizzazione che permette l’idratazione endovena, la somministrazione di preparati multivitaminici (soprattutto tiamina), il controllo dei livelli plasmatici e urinari degli elettroliti e la somministrazione di terapie farmacologiche.

L’iperemesi gravidica è diversa dal solito malessere mattutino con nausea e vomito. Molte donne affette da malessere mattutino ritengono di vomitare tutto quello che ingeriscono, ma se continuano ad aumentare di peso e non sono disidratate, non sono affette da un’iperemesi gravidica.

La perdita di peso, la disidratazione e la chetosi confermano la notevole entità del vomito. I fattori psicologici hanno, nell’iperemesi gravidica, un’importanza preminente ma ciò non ne diminuisce il pericolo.

L’iperemesi gravidica persistente è rara ma può essere associata a un grave danno epatico. I rilievi autoptici mostrano solitamente in questi casi una grave necrosi centrolobulare o delle estese zone di degenerazione grassa simili a quelle osservate nella denutrizione.

L’acidosi e la disidratazione sono corrette con infusioni per via endovenosa di acqua, glucoso ed elettroliti. La paziente deve essere ricoverata in ospedale, mantenuta a letto e non deve assumere nulla per bocca per ventiquattro ore. Se necessario, devono essere somministrati antiemetici e sedativi.

Dopo la correzione della disidratazione e del vomito acuto, si può iniziare un’alimentazione orale leggera, in piccole quantità e a frequenti intervalli e si può gradualmente aumentare, se ben tollerata.

In genere, il vomito cessa dopo pochi giorni ma, a volte, il regime rappresentato dal digiuno, dalle infusioni EV e dai piccoli pasti deve essere ripetuto una o due volte.