Gas nocivi e aria irrespirabile: in Sicilia sempre più vittime per inquinamento industriale

Gas nocivi e aria irrespirabile: in Sicilia sempre più vittime per inquinamento industriale

SIRACUSA – L’aria che respiriamo è sempre più inquinata. Un problema che si ripercuote non solo sui nostri polmoni, ma in generale su differenti aspetti della nostra salute.

L’inquinamento atmosferico è una piaga che si sta cercando di combattere adottando misure sempre più restrittive che permettano di ridurre le emissioni di gas e CO2 nell’aria, anche se il primato delle sostanze nocivi spetta alle polveri sottili.

Secondo i dati diffusi dall’Oms, organizzazione mondiale della sanità, nove esseri umani su dieci respirano aria inquinata. Infatti, stime recenti rivelano che ogni anno avvengono 9 milioni di decessi nel mondo attribuibili all’inquinamento atmosferico. Invece, secondo il rapporto sulla qualità dell’aria dell’agenzia europea dell’ambiente, EEA, si parla di 467mila vittime in Europa.

Spostandoci sulla nostra isola, la situazione non sembra migliorare. Uno scenario terribile quello che ormai da anni si vede nel Siracusano, precisamente nell’area di Augusta, Priolo Gargallo e Melilli, dove gli impianti del petrolchimico contribuiscono a rendere la qualità dell’aria irrespirabile.

Chi vive nei siti contaminati da amianto, raffinerie o industrie chimiche e metallurgiche ha un rischio di morte più alto del 4-5% rispetto alla popolazione generale. In questa zona, il numero di morti premature per cancro aumenta in maniera considerevole. Quello più diffuso è il tumore ai polmoni, causa dei gas nocivi inalati. Le lunghe ciminiere del polo petrolchimico spargono nell’aria fumi e polveri. Veri e propri veleni che mietono più vittime che qualsiasi altra parte della Sicilia.

Nella provincia di Siracusa è difficile trovare qualcuno che non abbia perso un familiare o un amico. Nel cosiddetto triangolo della morte, i decessi per tumore sono il 10% in più rispetto al resto dell’isola e superano il 20% quelli per cancro al polmone. Per non parlare anche dell’allarme per le malformazioni genetiche.

Non molto diversa l’aria che si respira nel polo industriale di Gela, in provincia di Caltanissetta, dove l’inquinamento ha continuato a contaminare l’ambiente circostante per anni. Le attività del petrolchimico hanno comportato un progressivo inquinamento con livelli estremamente elevati di sostanze tossiche, persistenti e bioaccumulabili. Benzene, mercurio, arsenico, benzo(a)pirene, cloruro di vinile, sono solo alcuni degli inquinanti collegati a numerose patologie. Anche qui si parla di malformazioni agli organi genitali e dell’insorgere di numerose malattie, come asma, tumore ai polmoni, allo stomaco, che si sviluppano con un’incidenza più alta rispetto alla media nazionale.

Ora, però, la svolta potrebbe arrivare. Proprio il mese scorso la Regione Siciliana ha, infatti, comunicato ufficialmente il via libera al piano di riqualificazione e riconversione industriale di Gela. Il progetto prevede interventi per la promozione di iniziative imprenditoriali volte a sostenere l’economia locale, la realizzazione di uno sviluppo sostenibile e un’azione di promozione di servizi e misure di politica attiva finalizzata alla riqualificazione e al reimpiego dei lavoratori del bacino.

Foto di repertorio