Nuovi parchi archeologici a Segesta e Pantelleria: un passo verso la rivalutazione dei beni culturali in Sicilia

Nuovi parchi archeologici a Segesta e Pantelleria: un passo verso la rivalutazione dei beni culturali in Sicilia

SEGESTA – Tutti sanno che la Sicilia è una delle terre più incantevoli al mondo per il numero di bellezze naturali presenti sul territorio e per la sua varietà paesaggistica. Pochi, però, sono a conoscenza della sua ricchezza culturale, che non ha nulla da invidiare alle grandi metropoli o alle altre città d’arte d’Italia e del mondo.

La nostra isola è stata soggetta a diverse dominazioni nel corso della sua lunga storia, da quella greca a quella borbonica. Ognuna delle popolazioni che si sono succedute in Sicilia ha lasciato qualcosa di speciale a livello culturale: tradizioni, vocaboli, costumi o strutture architettoniche.

Purtroppo, però, molte delle zone archeologiche della nostra regione, che rappresentano la multiculturalità siciliana e costituiscono una risorsa economica e culturale senza eguali, sono state spesso dimenticate o lasciate in pessimo stato in termini di manutenzione e sicurezza.

Fortunatamente, sembra che la situazione stia gradualmente cambiando e si stia cominciando a rivalutare i beni culturali per proteggere le bellezze della Sicilia. In particolare, nel giro di poche settimane, sono due i nuovi parchi archeologici, entrambi in provincia di Trapani: quello di Segesta, istituito lo scorso 5 agosto, e quello di Pantelleria, entrato a far parte del sistema autonomo dei parchi la scorsa settimana.

Prima dell’istituzione dei parchi di Segesta e Pantelleria, in Sicilia i parchi archeologici erano soltanto 3: quello della Valle dei Templi, il più celebre e visitato del nostro territorio, quello di Naxos e Taormina e quello di Selinunte e Cave di Cusa, istituiti rispettivamente dal governo Leanza nel 2000, dal governo Lombardo nel 2010 e dal governo Crocetta nel 2013.

La soddisfazione del presidente della Regione, Nello Musumeci, e dell’assessore ai Beni Culturali, Sebastiano Tusa, per i due nuovi parchi archeologici è evidente nelle dichiarazioni e nei post su Facebook: “La nuova gestione dei Beni Culturali inizia da qui. Tre soli Parchi in diciotto anni rappresentano uno dei paradossi della nostra Regione, che non ha dato attuazione a una buona legge che in molti ci invidiano. Segesta, con il suo teatro e il suo tempio, è uno dei simboli della Sicilia nel mondo. Il patrimonio della nostra Isola merita di essere valorizzato e restituito ai siciliani”, aveva dichiarato Musumeci il 5 agosto, poche ore dopo l’annuncio dell’istituzione del parco archeologico di Segesta.

I risultati ottenuti a Segesta e Pantelleria sono certamente importanti, ma il pieno raggiungimento dell’autonomia per i beni culturali, prioritario per diverse amministrazioni siciliane nell’ultimo ventennio, è ancora lontano dall’essere una realtà effettiva in tutta la Regione.

Al momento, infatti, in Sicilia esistono altri 16 parchi ancora in via di istituzione nelle 9 province siciliane:

  • Parco archeologico di Gela;

  • Parco archeologico greco romano di Catania;

  • Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci;

  • Parco archeologico di Morgantina;

  • Parco archeologico della Villa romana del Casale;

  • Parco archeologico delle Isole Eolie;

  • Parco archeologico di Tindari;

  • Parco archeologico di Himera;

  • Parco archeologico di Monte Iato;

  • Parco archeologico di Solunto;

  • Parco archeologico di Kamarina;

  • Parco archeologico di Cava D’Ispica;

  • Parco archeologico di Lentini;

  • Parco archeologico di Eloro e Villa del Tellaro;

  • Parco archeologico di Siracusa;

  • Parco archeologico di Lilibeo.

Solo quando tutte queste aree storicamente importanti, ognuna delle quali narra un aspetto o un momento storico della nostra isola, saranno rivalutate e protette come meritano, la Sicilia potrà sfruttare interamente le sue risorse e diventare potenzialmente una delle terre più ricche al mondo in termini di storia e beni culturali.

Immagine di repertorio