Dalla Sicilia vanno via tutti: tra giovani in fuga e disoccupati l’isola rischia lo spopolamento

Dalla Sicilia vanno via tutti: tra giovani in fuga e disoccupati l’isola rischia lo spopolamento

PALERMO – Se si potesse fare un paragone, la Sicilia potrebbe facilmente essere accostata all’immagine del Polo Sud dal quale, di tanto in tanto, si staccano giganteschi frammenti di ghiaccio che finiscono poi per vagare per mesi nei mari freddi dell’emisfero australe.

Similmente, anno dopo anno, un “pezzo” della nostra isola se ne va senza più tornare indietro. No, non ci stiamo riferendo a presunti movimenti della crosta terrestre che rischiano di fare a pezzi il nostro territorio, bensì ai continui spostamenti di quei siciliani che decidono di abbandonare la propria terra natale per cercare condizioni migliori altrove.

Ad abbandonare il borgo natìo, nella maggior parte dei casi, sono studenti e neolaureati che valicano il famoso Stretto di Messina per spostarsi nelle aree settentrionali del nostro Paese o all’estero. Le motivazioni sono facili da immaginare: proseguire il proprio percorso di studi in facoltà con un’offerta formativa migliore e sondare un mercato del lavoro più soddisfacente.

La Sicilia è una delle regioni del Meridione, insieme alla Puglia, che vede partire annualmente la quantità più corposa di giovani e ben 40mila studenti provenienti da queste due zone risultano iscritti alle facoltà del Nord Italia. Secondo le ricerche effettuate da Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, quella del fenomeno migratorio è una tendenza in costante crescita e la Sicilia, da sola, copre il 27% dei tassi migratori universitari.

Un’altra speranza di chi abbandona la regione per motivi di studio è quella di riuscire ben presto a trovare un‘occupazione lavorativa nelle regioni di nuova destinazione. Sempre secondo Svimez, negli ultimi 16 anni il Sud d’Italia è stato salutato definitivamente da un milione e 883mila residenti. Il 50% di questo dato è composto da giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, tra cui numerosi laureati. Tanti anche i ragazzi andati all’estero.

La Sicilia, anche in questo caso, è la regione che si piazza in cima alle graduatorie. L’isola è l’area del Meridione che nel 2016 ha perso il maggior numero di residenti: 9,3mila abitanti, più della Campania (9,1mila) e della Puglia (6,9mila). Questa tendenza, nel corso degli anni a venire, rischia di avere effetti disastrosi in termini demografici.

Per l’Istat, infatti, la Sicilia è fortemente soggetta a una drastica riduzione della popolazione nei prossimi decenni. Ad oggi nella regione risiedono 5.056.641 abitanti ma, con questi ritmi, entro il 2065 la popolazione residente potrebbe ridursi fino a 3,9 milioni. In parole povere, più di un milione di siciliani abbandonerà la Sicilia. Di contro i nuovi nati sono sempre meno e il territorio si sta sempre più popolando di anziani. Nemmeno il fenomeno migratorio diretto verso la Sicilia potrebbe rivelarsi capace di invertire la tendenza.

In questo contesto anche il welfare registra dati estremamente negativi. La forbice che riguarda il divario di qualità tra i servizi per il cittadino tra Nord e Sud resta sempre ampia. Malgrado gli improbabili inviti provenienti dal Ministero del Lavoro che scoraggiano i giovani italiani a compiere spostamenti lavorativi, per tanti la migrazione verso territori più floridi rimane sempre la risposta obbligata per evitare di rimanere con le spalle al muro.