Climatizzatore fonte di batteri: i rischi della mancata pulizia dei filtri

Climatizzatore fonte di batteri: i rischi della mancata pulizia dei filtri

Caldo, caldo e ancora caldo. È questa la parola che ripetiamo continuamente da qualche mese. Ma ormai i metodi per combattere le alte temperature della bella stagione sono tanti. È quasi impossibile non trovare nelle nostre case almeno un climatizzatore.

Durante i mesi di luglio e agosto, che siamo a casa o in ufficio, rischiamo di passare intere giornate sotto l’aria fresca del condizionatore. Per quanto ci possa fare stare meglio e darci sollievo dall’afa di alcune interminabili giornate, i rischi che si celano dietro queste macchine sono molteplici.

Oltre gli evidenti piccoli acciacchi, come mal di gola o male alle ossa, che di tanto di tanto la continua esposizione può provocare, possono sorgere problemi di salute più gravi dovuti a una scarsa o addirittura mancata pulizia dei filtri.

Se la corretta manutenzione del condizionatore di casa dipende dal nostro buon senso e, dunque, se vogliamo possiamo pulirlo con la giusta cadenza, non accade lo stesso negli impianti degli hotel, uffici o in generale nei luoghi pubblici. Quando si accende l’aria condizionata negli alberghi, si dovrebbe fare molta attenzione, in quanto è difficile che i filtri vengano cambiati ogni tre mesi. Non è un caso che l’aria che si respira nei locali è altamente inquinata.

Nei filtri, infatti, si nascondono molteplici batteri causa di numerose malattie. Dalla semplice influenza alla legionellosi, causata dal batterio Legionella pneumophila, che colonizza condutture idriche e condizionatori, poiché prolifera soprattutto in ambienti acquatici caldi, tra 32° e 45°C. Deve il suo nome a un’epidemia che si era diffusa tra i partecipanti al raduno della Legione Americana al Bellevue Stratford Hotel di Philadelphia. La fonte della malattia, contratta da 221 persone, con 34 morti, sembra che fosse stata individuata nel sistema d’aria condizionata della struttura.

Di questo batterio sono noti 50 specie diverse e oltre 70 ceppi, responsabile di dar vita alla polmonite. I sintomi, quali cefalea, dolore muscolare e addominale, diarrea e tosse secca, compaiono dopo circa una settimana dal contagio. Non si trasmette da persona a persona, ma da flussi di aerosol e di acqua contaminata, come nel caso, appunto, di ambienti condizionati. I soggetti più a rischio sono gli anziani, i fumatori o i pazienti con patologie polmonari croniche.

La legionellosi ha fatto parlare di sé anche in Italia. Proprio qualche settimana fa si sono verificati casi di contagio in Lombardia, alle porte di Milano. Sono 3 le vittime e 46 le persone colpite dal batterio killer. I principali indiziati sono i condizionatori, ma è stato chiesto di effettuare il campionamento dell’acqua di tutti gli impianti condominiali delle cittadine dell’hinterland milanese, degli impianti centralizzati e delle abitazioni.

Un primo passo per evitare di contrarre la malattia può partire da noi stessi, effettuando periodicamente la manutenzione del climatizzatore e cambiando i filtri ogni quanto è necessario.

Foto di repertorio