ENNA – A distanza di poco meno di una settimana dal precedente ritrovamento di una piantagione, i carabinieri di Nicosia e dello squadrone eliportato cacciatori “Sicilia” hanno portato a termine un’altra operazione antidroga. Ancora una a volta a cadere nella rete sono stati due catanesi Salvatore Massara, 34 anni, a sinistra, e Francesco Palumbo, 27, a destra, entrambi coltivatori di Paterno.
I due gestivano un terreno, dell’estensione di 3.500 metri quadrati e di proprietà del Massara, con all’interno 180 piante di cannabis, nella contrada Iazzo Vecchio del Comune di Centuripe, alte circa 2 metri ognuna, robuste e in avanzato stato di maturazione.
Subito dopo il ritrovamento della piantagione sono iniziati i servizi di osservazione dei carabinieri durati un paio di settimane, fino a quando nel corso della mattinata di ieri, i militari appostati a debita distanza hanno visto arrivare i due uomini a bordo della propria auto mentre si dirigevano verso la piantagione per prendersi cura delle piante.
Bloccati dai carabinieri, i due non hanno opposto resistenza e sono stati condotti nella caserma del comando di Nicosia per le incombenze di rito.
Il controllo effettuato all’interno del casolare ha permesso di portare alla luce un vero e proprio laboratorio per la produzione e il confezionamento della marjuana. La coltivazione risultava essere irrigata da un impianto ben articolato e l’acqua per l’irrigazione veniva prelevata da due cisterne per mezzo di una pompa idrovora. Dopo le incombenze di rito, gli arrestati sono stati condotti ai propri domicili in regime di arresti domiciliari, come disposto dal Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica di Enna..
L’intera piantagione è stata posta sotto sequestro per i successivi accertamenti di laboratorio che determineranno la quantità di principio attivo della sostanza. Gli interessi economici, infatti, sono notevoli: si stima che la piantagione, a completa maturazione, avrebbe fornito un ricavo in oltre 50 mila euro. Ulteriori indagini sono in corso per accertare eventuali responsabilità in carico ad altre persone.
