Stop alla domenica gratuita nei musei: ecco i siti siciliani “sacrificati”

Stop alla domenica gratuita nei musei: ecco i siti siciliani “sacrificati”

PALERMO – Basta accessi gratuiti nei musei italiani la prima domenica del mese a partire dall’autunno.

È la proposta annunciata dal ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, intenzionato a cancellare l’iniziativa culturale che, a partire dal 2014, ha permesso a tanti appassionati e non di arte, storia e conoscenza di entrare gratuitamente in contatto, nel giorno tradizionalmente più accessibile della settimana, con le opere più prestigiose custodite all’interno dei musei del nostro Paese.

La scure che potrebbe colpire le gallerie e gli istituti culturali rischia di avere ripercussioni importanti anche per la Sicilia, una delle regioni italiane più fornite per quanto concerne l’offerta culturale dei musei. Sono diversi, infatti, i siti siciliani che nel corso di questi quattro anni hanno aderito all’iniziativa “Domenica al Museo” promossa dal Ministero per i beni e le attività culturali. Quello stesso dicastero che adesso vorrebbe compiere una clamorosa retromarcia.

Sui 486 musei disseminati sul territorio nazionale coinvolti nell’iniziativa, 20 si trovano nella nostra regione: poco più della metà si trova in provincia di Palermo (dodici per l’esattezza), tre in quella di Messina, due in provincia di Catania e uno a testa nei territori di Agrigento, Caltanissetta ed Enna.

Tra i siti museali del capoluogo siciliano che potrebbero salutare dopo l’estate l’ingresso gratuito si annoverano il Museo internazionale delle marionette “A. Pasqualino” premiato a ottobre 2017 come miglior museo dell’anno dall’International Council of Museums, lo storico parco archeologico di Castello a Mare, la necropoli punica e il Castello della Cuba, il Chiostro di San Giovanni degli Eremiti, il Museo regionale d’arte moderna e contemporanea, il Museo regionale di Palazzo Mirto e la Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis.

Nell’hinterland palermitano troviamo l’area archeologica di Himera teatro, recentemente, di una nuova importante scoperta effettuata dai ricercatori dell’Università di Berna, il Chiostro di Santa Maria La Nuova di Monreale, l’area archeologica e Antiquarium di Solunto, l’area archeologica di Monte Jato e il museo permanente del carretto siciliano di Terrasini.

In provincia di Messina i siti coinvolti saranno il museo interdisciplinare del capoluogo peloritano, il maestoso Castello di Milazzo (la fortezza più grande di Sicilia) e il museo archeologico “Luigi Bernabò Brea” del castello di Lipari. Nel catanese potrebbero dire stop alla domenica gratis i siti del Teatro Romano e Odeon nel cuore del centro storico del capoluogo etneo e il ricco museo della ceramica di Caltagirone.

Più a nord-ovest, nell’ennese, troviamo la Villa Romana del Casale di Piazza Armerina con i suoi meravigliosi mosaici. La domenica tornerà a essere a pagamento anche la storica Casa natale di Pirandello di contrada Caos, Agrigento, culla del Premio Nobel per la Letteratura del 1934. Stop agli ingressi liberi, infine, pure al museo archeologico regionale di Gela.

In una nazione come l’Italia e in particolare in Sicilia, dove l’accesso alla conoscenza non è ancora un esercizio garantito per tutti e si fatica ogni giorno a valorizzare le espressioni artistiche del nostro territorio, la cultura rischia di diventare sempre più un optional.

Foto di repertorio