“Vivevamo in un film”: Grecia, il racconto di ciò che è stato da chi ha provato a viverla. Cosa ne sarà?

“Vivevamo in un film”: Grecia, il racconto di ciò che è stato da chi ha provato a viverla. Cosa ne sarà?

CATANIA – Il ricordo vive nella mente di tutti: quello che è stato, inevitabilmente da come sarà, non potrà mai cambiare. Specie se si è vissuto.

Pensare, infatti, a come la Grecia e i suoi abitanti vivevano fino a tre giorni fa e immaginare cosa stiano provando in questo istante è tremendo. Una parte di essa è flagellata da incendi, vento e afa: tragico, come il numero dei morti (quasi 100) e quello dei feriti (circa 500). I dispersi si cercano casa per casa.

Il governo ellenico ha annunciato misure straordinarie, richiedendo aiuto all’Unione europea per cercare di risollevare la nazione che, attualmente, si trova in ginocchio.

Eppure, sono tantissimi i turisti che scelgono le isole greche – e non solo – per trascorrere una vacanza tranquilla. Basti pensare al nuovo attaccante della Juventus, Cristiano Ronaldo.

E se ha potuto farlo Ronaldo, perché non avrebbero potuto degli studenti che, tra maturandi e non, hanno scelto Atene e dintorni come meta del viaggio d’istuzione del precedente anno scolastico?

Nel dettaglio, abbiamo intercettato stupore, tristezza e rabbia in alcuni di loro. Tutti i ragazzi, dai 17 ai 19 anni frequentanti il Liceo Scientifico e Linguistico “Principe Umberto di Savoia”, sono partiti lo scorso 22 aprile per ritornare a Catania cinque giorni dopo.

Il primo di loro a raccontare la propria esperienza è stato Giuseppe: “Il clima era mite, non c’era troppo caldo come adesso. Piacevole tutto, davvero. Anche l’hotel in cui alloggiavamo”, lo stesso albergo a Kineta che è stato risuccchiato dal fumo e dalle fiamme.

Le fiamme che hanno invaso Kineta (a sinistra) e la vista dell’hotel lo scorso aprile (a destra)

Nessuno mette in dubbio che “la Grecia è uno stato storico, un territorio meraviglioso che è necessario aiutare permettendo la ricostruzione di ciò che è stato distrutto. La visita di quelle zone e dei monumenti entra nell’anima, permettendoti di crescere e di riflettere”.

Anche sotto l’aspetto della cultura, il territorio greco è “un museo a cielo aperto”, come ci dice Giusy: “Dopo la gita, sono sempre stata legata a questo posto, trovi sempre qualcosa che ti affascina. Tutto è nato grazie a loro, le civiltà di oggi non sarebbero le stesse senza cultura o filosofia. Si trova un’atmosfera speciale e magica, vivevamo in un film”.

L’hotel Kineta dà vista sul mare ed è uno dei suoi punti di forza (foto: Chiara Rapisarda)

L’ambiente stesso, come racconta Emanuele, era “sereno, gli abitanti erano già predisposti a un’accoglienza unica che ci è stata confermata in hotel. È un mondo a sé stante”. Un ambiente che ha convinto anche Antonio, un po’ scettico prima di partire: “Ci sono delle analogie con la Sicilia, ma la ‘culla della cultura’ ha un fascino tutto suo. È tutto pieno di vita”.

Oggi si può dire lo stesso? Gli incendi causati dal clima, anche se la pista dolosa non è stata esclusa, hanno provocato danni abnormi: “Sinceramente provo angoscia – prosegue Giuseppe -. Persino l’aeroporto, che si trovava in una zona paesaggistica bellissima, è andato in fumo. Pensare che molte cose non ci siano più è frustrante. Questa è una tragedia umanitaria”.

Lo seguono a ruota un po’ tutti i ragazzi. In particolare, Giusy afferma una cosa importante: “Cinque mesi fa ci sembrava tutto normale. Ora niente sarà come prima, è assurdo. Si sa, alla fine poi si andrà avanti, così come faranno gli altri paesi europei mentre parte di questa nazione sarà distrutta”.

C’è davvero questa sfiducia nei confronti dei paesi dell’Unione europea? Data la coscienza critica di ognuno di loro, abbiamo chiesto quale potrebbe essere una soluzione per aiutare la nazione ellenica a rialzarsi: tutte le strade portano alla solidarietà. Giuseppe e Antonio propongono sostegno e donazioni, Emanuele invece è fiducioso e crede nelle potenzialità del popolo greco, chiosando con un “hanno forza e bontà”. Per Maira, invece, l’aiuto economico richiede troppo tempo: “Aiuterei la gente con delle zone di rifugio al momento più stabili della strada. Lo stesso vale per un aiuto medico, più squadre di vigili del fuoco e quant’altro. Serve qualcosa di più pratico e non di lunga veduta”.

È stato definito l’incendio più devastante dell’ultimo decennio. La stessa Maira parla degli abitanti che hanno provato a salvarsi tuffandosi in acqua, non riuscendoci: “In quella stessa zona dov’ero io, nel mare stesso, la gente è morta per cercare rifugio dal fuoco. Attorno a quel bellissimo resort adesso c’è l’inferno, con morti e feriti. Mi ha scosso”.

Dopo un po’, tuttavia, ciò potrebbe finire nel dimenticatoio: “Noi dimenticheremo – commenta Giusy -, ma quelle persone sarannno in grado di andare avanti?. Sarà come se le loro vite si bloccassero lì, dopo la distruzione del proprio paese, della propria casa. È tremendo”.

Con il sincero augurio che ci possa essere un’adeguata assistenza, la Grecia soffoca, ingoiata dal fumo, dalle fiamme, annegata in un mare che ha cambiato inevitabilmente colore: rosso come il fuoco. Un giorno potrà ritornare il blu, forse.