Procedura licenziamento 24 dipendenti Sicep, Potenza: “Tanti lati oscuri”

Procedura licenziamento 24 dipendenti Sicep, Potenza: “Tanti lati oscuri”

BELPASSO – La crisi economica e occupazionale continua a farsi sentire in Sicilia e a toccare varie società, che sono veri e propri pilastri dell’economia. Questa volta ci troviamo a Belpasso, in provincia di Catania, luogo in cui ha sede la Sicep, azienda produttrice di manufatti in calcestruzzo, prefabbricati per l’edilizia industriale, commerciale, per la logistica e di infrastrutture. Lo scorso 26 giugno la proprietà ha inviato una procedura di licenziamento collettivo per 24 dipendenti, dei quali 20 impiegati e 4 operai.

Una decisione che ha mandato su tutte le furie le organizzazioni sindacali, Feneal Uil e Fillea Cgil, che non hanno digerito questa decisione e che nutrono forti perplessità a riguardo, data l’esiguità del personale che verrebbe a crearsi. Da allora tutto un susseguirsi di richieste di accordi per una procedura di cassa integrazione e per trovare una soluzione a tutto questo, considerato anche il fatto che gli effetti della crisi economica hanno come prime vittime coloro che lavorano.

Fino a questo momento, però, queste istanze non hanno trovato alcun riscontro e i vertici delle sigle sindacali si chiedono come sia possibile mantenere in vita questo insediamento produttivo con pochi dipendenti.

Una testimonianza di tutto ciò è data dal segretario generale della Feneal Uil Catania, Nino Potenza, che parte proprio dal fatto che ancora sul caso restano molte ombre.

“La procedura di licenziamento collettivo da parte della Sicep – spiega Potenza – è stata inviata lo scorso 26 giugno. I 20 operai sono stati individuati all’interno del reparto produttivo, in totale sono 34 e riguardano la produzione. Noi ci chiediamo come questa fabbrica debba restare in piedi con 14 addetti alla produzione e i restanti dipendenti che si occupano di altre cose. Questo ci ha lasciato perplessi e abbiamo chiesto un incontro per l’esame congiunto. Il 5 luglio abbiamo incardinato la procedura, ma, 4 giorni dopo, non abbiamo raggiunto alcun accordo. Abbiamo prospettato soluzioni alternative, come la procedura di cassa integrazione, e l’apertura di un tavolo tecnico per capire cosa stia mettendo in campo l’azienda. La proprietà ci dice che non ha intenzione di chiudere lo stabilimento produttivo e che c’è esigenza di riduzione del personale, ma ci chiediamo come possa andare avanti con pochi dipendenti e non abbiamo un quadro chiaro della situazione”.

Proprio per evitare i licenziamenti, le iniziative da parte dei dipendenti non mancano, specialmente attraverso accordi sindacali.

“L’azienda vuole ridurre il personale – continua Potenza – e aspettare gli sviluppi del mercato. I lavoratori si sono mostrati disponibili, al fine di non licenziare nessuno, a ridursi l’orario di lavoro, attraverso un accordo sindacale, diventando part time, per restare tutti dentro. Questo dimostra la solidarietà che c’è tra loro, ma l’azienda risponde sempre di no. Giorno 25 avremo un incontro all’Ufficio Territoriale del Lavoro con la proprietà, abbiamo presentato una richiesta di convocazione alla prefettura di Catania e non escludiamo un sit-in la settimana entrante proprio lì davanti. Inoltre il sindaco di Belpasso si è reso disponibile ad aprire un tavolo tecnico. Nonostante ciò, però, l’azienda è ferma sulla decisione di licenziare, secondo quanto dicono, per una crisi di commesse”.

 

Il futuro appare sempre più incerto e nella giornata di domani si tornerà tutti a lavoro, pur mantenendo lo stato d’agitazione, in attesa di essere convocati dalle istituzioni.

“Fino a venerdì i dipendenti sono stati in presidio permanente – conclude Potenza -, ma domani si tornerà a lavoro, come abbiamo deciso all’unanimità, e si manterrà lo stato d’agitazione in attesa di essere convocati dalla prefettura e dal sindaco di Belpasso. La procedura di licenziamento si dovrebbe concludere entro la metà di agosto. Se non si troverà un accordo si procederà per vie legali, perché alcune cose non sono chiare su questi 20 esuberi. Con il collega Carmelo Restifo, segretario generale della Fillea Cgil Caltagirone, stiamo combattendo questa mano pesante che la società mette e domani andremo in prefettura per chiedere l’incontro. Per la cassa integrazione purtroppo le speranze sono ridotte a un lumicino e il Comune di Belpasso si è fatto sentire tramite l’assessore al Turismo, Sandro Pappalardo, che ci è stato vicino e che sentiremo domani per l’incontro al Comune”.