Aci Trezza e quella fogna che scarica in mare. Legambiente Catania: “È ora di dire basta”. IL VIDEO

Aci Trezza e quella fogna che scarica in mare. Legambiente Catania: “È ora di dire basta”. IL VIDEO

ACI TREZZA – Uno scarico fognario finisce direttamente in mare ad Aci Trezza, in provincia di Catania, sotto gli occhi increduli e anche un po’ schifati di turisti e bagnanti. È quanto denunciato da Legambiente Catania che in un post pubblicato ieri pomeriggio su Facebook con tanto di video allegato ha scritto: “Ma quanto ci costa questo schifo? Qualche giorno fa la Corte di giustizia europea ha condannato l’italia al pagamento di una maxi multa da 25 milioni per il mancato adempimento delle direttive Ue in materia di trattamento delle reti fognarie e delle acque reflue“.

Eh già: 25 milioni di euro da pagare subito, più altri 30 milioni ogni sei mesi di ritardo nella messa a norma di oltre 100 centri urbani sprovvisti di reti o sistemi di trattamento delle acque reflue. Così la Corte di giustizia Ue ha imposto una maxi-multa facendo notare che dopo quasi 18 anni dalla prima sentenza (il tempo massimo per mettersi in regola scadeva il 31 dicembre 2000), il numero degli agglomerati non conformi o sprovvisti di reti fognarie o di sistemi di trattamento delle acque di scarico si è ridotto da 109 a 74, sparsi in 18 regioni, ma è comunque grande il ritardo nel seguire le disposizioni dell’Unione Europea.

Tra questi 74, c’è anche Aci Trezza: la situazione è drammatica e va avanti da anni. Nonostante tantissime segnalazioni, però, il problema rimane e pare che le istituzioni preposte al controllo delle leggi vigenti in materia giochino tra loro a scarica barile.

È ora di dire basta ad ogni forma di alibi – tuona Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – , l’Italia intervenga immediatamente per contrastare questa emergenza che causa danni all’economia, al turismo e soprattutto all’ambiente. È fondamentale che la gestione delle acque reflue e l’adeguamento del nostro sistema depurativo, insieme a progetti di qualità e innovativi, diventi una delle priorità dell’agenda politica. Non sono più ammessi ritardi e multe a carico della collettività”.