Licenziamenti Mercatone Uno, Ugl Terziario: “Disparità trattamento Nord-Sud”

Licenziamenti Mercatone Uno, Ugl Terziario: “Disparità trattamento Nord-Sud”

MISTERBIANCO – Dopo l’Auchan di S. Giuseppe La Rena, ecco un altro pilastro della grande distribuzione del comprensorio catanese che si appresta a chiudere i battenti. Si tratta di Mercatone Uno, grande magazzino situato all’interno del polo commerciale di Misterbianco, alla porte del capoluogo etneo, specializzato nella vendita di mobili, elettrodomestici e generi di largo consumo non alimentari.

I rami dell’azienda della nota catena, che conta numerosi punti vendita in tutto il Paese, sono stati acquisiti dalla Cosmo Spa, società che vende abbigliamento, calzature e accessori. Questo per quanto riguarda il Sud Italia, mentre per il Nord il ramo è stato rilevato dalla Sharon, azienda di design. La recente notizia ha messo a serio rischio il futuro di 101 dipendenti, anche se tutto ha avuto origine circa tre anni fa, quando l’azienda entrò in concordato fallimentare.

Per conoscere meglio tutto ciò che caratterizza questa vicenda e quali potrebbero essere i suoi sviluppi abbiamo sentito Carmelo Catalano e Vito Tringale, rispettivamente segretario e vicesegretario provinciale Ugl Terziario.

“Tre anni fa – spiegano Catalano e Tringale – quando l’azienda era in concordato fallimentare il Ministero si è preso in carico la problematica e ha cercato di trovare una soluzione. In tutto questo tempo ci sono stati incontri affinché i punti vendita restassero in piedi e chi li comprava aveva degli interessi a comprarli. I lavoratori hanno fatto parecchia cassa integrazione per rimanere legati al ciclo produttivo. Alla fine queste aziende sono la Sharon e la Cosmo, che si sono divise i punti vendita rispettivamente da Roma in su e da Roma in giù. Per quanto riguarda Misterbianco, la Cosmo ha deciso di prendersi solo 15 lavoratori, 11 full time e 4 part time. Ma i dipendenti in totale sono 101. C’è stata una disparità di trattamento, perché a differenza di Sharon, Cosmo ha deciso di lasciare a casa il 90% del personale. Il tutto è sproporzionato rispetto all’estensione in superficie del punto vendita”.

Una vera e propria operazione speculativa, in quanto “a loro interessa – continuano Catalano e Tringale –  prendere le licenze. Inoltre i lavoratori verranno assunti con le normative vigenti e perderanno la tutela che hanno avuto negli anni passati. Una vera e propria macelleria sociale! A Carini il punto vendita è morto perché non hanno rinnovato la licenza. Tra quello di Palermo e quello di Misterbianco 370 lavoratori vanno a casa. Al Nord invece quelli licenziati saranno meno di quelli tenuti e Sharon manterrà il marchio Mercatone Uno, mentre Cosmo no”.

Gli aspetti ambigui però non si fermano qua, perché la roba venduta dal nuovo acquirente non ha nulla a che vedere con quella venduta dall’azienda precedente.

“Cosa c’azzecca la vendita di abbigliamento – concludono Catalano e Tringale – con quella di mobili? Ma quello che ci preme sottolineare è che c’è una vera e propria disparità di trattamento tra Nord e Sud. Noi comunque non molliamo e faremo in modo che queste 15 unità che mantengono il posto di lavoro diventino molte di più”.