Occupazione, inquinamento e rifiuti: così le spiagge siciliane perdono prestigio

Occupazione, inquinamento e rifiuti: così le spiagge siciliane perdono prestigio

CATANIA – Come ogni anno con l’arrivo della bella stagione, si premiano i Comuni con il mare più pulito. Si tratta della bandiera blu, un riconoscimento conferito dalla FEE (Foundation for Environmental Education) alle località costiere europee che soddisfano i criteri di qualità relativi alle acque di balneazione e al servizio offerto, tenendo in considerazione la pulizia delle spiagge e gli approdi turistici.

La Sicilia con le sue numerose spiagge non può che ambire a essere pluripremiata. Ma questo 2018 non sarà il suo anno. L’isola, infatti, perde la bandiera blu in un comune, Pozzallo (Ragusa), ottenendone solo sei: tre in provincia di Messina (Santa Teresa di Riva, Tusa, Lipari) due in quella di Ragusa (Ispica e Ragusa) e una a Menfi nell’agrigentino.

Un risultato alquanto deludente per una regione nota per la bellezza dei suoi litorali e che vanta il maggior numero di chilometri di coste balneabili in Italia con 1.152 km di costa nella regione madre e 500 km nelle isole minori, costituendo così il 22% della costa italiana.

Come spiega Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, sono tre i fattori principali che fanno perdere prestigio all’isola. Innanzitutto l’eccessiva occupazione dei privati che senza criterio prendono possesso di porzioni troppo vaste delle spiagge. “Il problema di fondo è la mancanza di programmazione delle spiagge da parte dei Comuni – dichiara Zanna -. I litorali si trasformano facilmente in ristoranti, pizzerie e discoteche, lasciando di conseguenza poco spazio libero”.

Il secondo è sicuramente l’inquinamento dovuto al mancato funzionamento o addirittura all’assenza totale degli impianti di depurazione. “La Sicilia è stata multata dall’Unione Europea e continua a pagare una multa salatissima – afferma il presidente -. Per questo disagio, paghiamo otto volte di più rispetto alle altre regioni italiane. Due terzi dei Comuni siciliani depura poco e male ed è inevitabile che incida sulla bassa qualità dell’acqua”.

Infine, ultimo ma non meno importante è la questione rifiuti. In molte parti della Sicilia manca la raccolta differenziata o anche se prevista non è eseguita a dovere. “Il problema dei rifiuti è molto importante ma viene spesso trascurato, non provando neanche a separare i diversi scarti – conclude Zanna -. Senza dimenticare che i nostri mare sono pieni di spazzatura; si parla dei cosiddetti marine litter, ovvero quei rifiuti che galleggiano in mare che per la stragrande maggioranza sono plastica. Quest’ultima rappresenta un grave problema ambientale nei nostri mari”.

Sicuramente per recuperare la reputazione persa sarà importante seguire alcune regole. Non sarà possibile la balneazione nelle zone di spiaggia adibite a corridoio di lancio, così come lasciare in sosta o parcheggiare sulla battigia le imbarcazioni senza autorizzazione. Inoltre, non si potranno lasciare sedie, ombrelloni e altre attrezzature dalla ore 20 alle 8, non sarà consentito l’accesso agli animali, ma soprattutto non si dovranno abbandonare i rifiuti.

Nonostante divieti e limiti imposti dalle autorità, ci sono luoghi che la gente continua incurante a frequentare, a volte magari per semplice abitudine. “Ogni anno, non può mancare l’appuntamento a San Giovanni Li Cuti – dichiara Fabrizio, 23enne catanese -. Per e i miei amici è tappa fissa almeno un paio di volte in tutta l’estate. Siamo consapevoli del divieto, ma per noi rappresenta il mare di Catania”.

Della stessa idea è anche il 20enne Davide: “San Giovanni Li Cuti per me è il luogo del primo bagno dell’anno o comunque il posto più vicino in città dove passare una mattinata in relax. È vero che l’acqua non è granché causa vicinanza al porto, però la preferisco assolutamente a quella della playa, forse perché amo la scogliera. Mi piacerebbe tanto che questo luogo così bello fosse valorizzato di più, ma purtroppo non si mostra spesso accogliente a causa della sporcizia. Quest’estate sicuramente ci andrò per rilassarmi e staccare un po’ dallo studio”.