Gioie, delusioni, polemiche: cosa resterà di questa Serie A?

Gioie, delusioni, polemiche: cosa resterà di questa Serie A?

Gioia, delusione, amarezza, sorprese. Quante emozioni si possono provare in 38 giornate di campionato? Tante, tantissime. Ognuna con una storia diversa, ognuna pezzo di un puzzle, che, alla fine, avrà un’immagine: quella di un successo, di una stagione anonima o di una sconfitta.

Un altro anno è finito e la Serie A 2017-2018  ha dato, dopo tanti anni, uno spettacolo meraviglioso. Molti verdetti, infatti, sono arrivati solo alla fine. Ma cosa resterà di questa Serie A?

Sicuramente è stato l’anno del settimo scudetto consecutivo della Juventus, 36 sul campo. Alle lacrime di felicità e gioia, però, ci sono state anche quelle di “addio”, quelle che hanno salutato Gianluigi Buffon dopo 17 anni con la maglia bianconera. Il portiere ha messo un punto alla sua avventura con il club torinese, dove tra i tanti successi è mancato quello voluto da sempre, la Champions League.

La Coppa dalle grandi orecchie ambita da tutti e traguardo raggiungibile solo dopo una lunga e difficile competizione. Solo 4 le squadre italiane che possono partecipare. La Zebra vincitrice, la Roma e l’Inter, squadra che l’ha spuntata proprio nello scontro diretto contro la Lazio all’ultima giornata. Una lotta senza fine quella per assicurarsi l’ultimo posto valido per la Champions. Insieme con loro, poi, il Napoli.

Quanta delusione e amarezza per gli azzurri, nonostante il record di 91 punti. Arrivati secondi dopo aver lottato fino a 4 giornate dal termine per vedere cucito sul petto lo scudetto che manca da tantissimo tempo. In molti ci credevano, almeno fino alla sconfitta contro la Fiorentina, arrivata il giorno dopo la contestata e polemica vittoria della Juve contro i neroazzurri di Milano.

Quella 2017-2018, infatti, passerà come l’anno delle polemiche a Daniele Orsato. Discusse e dibattute a lungo le sue scelte durante il derby d’Italia, tra espulsioni date e, soprattutto, non date.

Sarà il campionato dell’addio a Davide Astori, il difensore della Fiorentina morto nel sonno lo scorso 4 marzo. Ma che ha mostrato quanto il mondo dello sport non conosca barriere e possa unire persone di fede calcistica diverse.

Così come è l’anno della cessione del Milan ai cinesi e una qualificazione in Europa League quasi inaspettata per l’andamento della squadra fino all’esonero del tecnico Vincenzo Montella (27 novembre 2017) e l’arrivo di Gennaro Gattuso. Uomo che, lentamente, ha fatto sentire la sua personalità dando un’identità e un gioco ai rossoneri.

Ma è anche l’anno dei sorrisi per chi si è ritagliato uno spazio come pochi si aspettavano. Kevin Lasagna dell’Udinese, Simeon Simy del Crotone e Cheik Diabatè del Benevento. Tutti calciatori che, con tanta buona volontà e fatica, hanno fatto vedere di che pasta sono fatti, con gol belli e che richiedono istinto e tecnica.

E come non menzionare proprio il Benevento? Brutto e bello del campionato. Fino a metà stagione vittima sacrificale per tutti, poi ostacolo da superare. Una compagine che, nonostante la certezza matematica della retrocessione in anticipo, ha dato battaglia fino alla fine onorando la competizione.

A proposito di retrocessione, forse è proprio lì che si è giocata la parte più interessante di quest’anno. Fino all’ultima partita in programma, fatta eccezione per Verona e Benevento, già condannate, sono rimaste in lotta fino alla fine ben 5 squadre: Crotone, Spal, Cagliari, Udinese e Chievo. Una battaglia avvincente, culminata con la retrocessione dei calabresi.

Per uscire un attimo dal rettangolo verde, è stato sicuramente anche l’anno del VAR (Video Assistant Referee). Anche questo con non pochi scetticismi e polemiche, specie da chi ama il calcio puro, senza interventi esterni, con i suoi errori (o orrori in alcuni casi), gol fantasma e chi più ne ha ne metta.

E questa è solo una “maxi spremuta” di quello che è stata la Serie A 2017-2018. Una centrifuga di emozioni e di momenti da ricordare.

Un calcio che ha visto passione e sentimento, da grandi e piccoli. Perché in fin dei conti lo sport è questo: unione, al di là delle prese in giro della squadra a cui si è legati da qualcosa, che, difficilmente si può spiegare.

Non resta che dire grazie e arrivederci al prossimo anno, sperando sempre nella sana competizione e di vivere ancora emozioni uniche.

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