La Sicilia torna alle urne: una supplica al Padreterno per benedire gli isolani. «Salvateci da una catastrofe»

La Sicilia torna alle urne: una supplica al Padreterno per benedire gli isolani. «Salvateci da una catastrofe»

PALERMO – Un fatto curioso, riguardante le elezioni comunali del prossimo 10 giugno che si terranno in ben 137 Comuni siciliani e, per di più , in città capoluoghi come Catania, Messina, Ragusa, Siracusa e Trapani, è l’attenzione particolare che viene dall’alto, ma non dall’alto come Roma o Bruxelles; no, no, ancora più in alto… sì, in alto in alto: dal Paradiso!

A quanto pare, è stata rivolta una supplica al Padreterno affinché benedicesse gli isolani per poterli salvare da una incombente catastrofe socioeconomica e ambientale, in concomitanza con le imminenti “amministrative”.

La storiella circola sui social, in questi giorni. Social? Sì…, però non Instagram, WhatsApp, Messenger o Facebook, ma i social siciliani, quelli veri, e non virtuali o on-line, che si riscontrano nei bar, nei circoli, nella metro, negli autobus, alle fermate dei pullman, nei giardini pubblici, nei Centri diurni, anche quelli all’aperto, sotto gli alberi, mentre si gioca a scopone, a scala 40 o al tressette, o in tono più moderno al burraco, alla fiera o alla piscaria.

Sì, ma adesso, raccontiamo i fatti: per le vie del Paradiso, Sant’Agata, Santa Lucia e Santa Rosalia, assieme a San Calogero, Sant’Alfio, San Cirino e San Filadelfo, discutono animatamente con San Pietro. Tutti sono preoccupati perché il popolo siciliano è messo male e, pare non ci sia via d’uscita, neanche con le prossime elezioni; i tre santi di Trecastagni dicono: «Altro che male, per la nostra festa, av’annu nun spararu mancu i bummi, ca ppi ’sti cosi, i nostri devoti hana statu sempri i primi al mondo, addirittura prima de cinisi! Dicono che non hanno sparato i fuochi d’artificio, pirchì sunu di luttu, vistu ca mannaru a casa u sinnicu, assessori e consiglieri comunali ppi n’accusa infamanti, ppi mafia!».

Santa Lucia aggiunge: «Nella mia Siracusa, unni ti voti e voti, ci sunu indagati, politici, impiegati comunali, funzionari, imprenditori e persino magistrati. E l’inquinamento ambientale, da parte di Raffinerie, discariche e presenza di uranio è arrivato alle stelle». San Calogero aggiunge: «E pirchì a Caltanissetta? Ora hanno scoperchiato un vaso, no chiddu di Pandora dei colleghi greci, ma peggiu! Si, chiddu da Confindustria siciliana ca sta vomitando scandali di politicanti di tutti ’i culura, poliziotti, finanzieri, carabinieri, servizi segreti, industriali, faccendieri e ancora magistrati».

Santa Rosalia aggiunge: «Da Palermu , a munnizza, parti e arriva fino a Trapani e rimbomba sino a Messina e poi verso o sud passando per Enna, per arrivare fino a Ragusa, Gela e Agrigento , e poi pi turnari finu all’Erimu miu e poi pigghiari magari a ffocu, tanto che la vogliono mandare persino all’estero, senza farisi i cunti, i signori poltici, d’unnè can a pigghiari i soddi; però, i cosi giusti, a munnizza c’è magari a Sala d’Ercole, al Palazzo di Giustizia, nella caserma dei carabinieri, della Polizia, della Finanza, nella pubblica amministrazione, dove, o spissu e continuo, ci dununu a focu magari ddocu! Quantu onorevoli ed ex hanno arrestato in questi giorni. Appoi nun paramu ra trattativa fra Statu e mafia, ca sulu a dirlu arrizzunu i cairni. Insomma nun ci manca nenti, anche se a Palermo elezioni ’un ci nn’è!».

«E tu Aituzza non dici nenti? – aggiunge San Petru – Ca cetto! San Petru, Catania è pessa anche, Elezioni? Ma chi i fanu a ffari? Sulu ppi spenniri soddi! La città è spaccata comu ndò medioevo, quannu c’erunu i quatteri, chiuddu nustrunanu, appoi chiddu ebraico, arabo e saracinu. Oggi ce ne sono cchiù assaiuni, u quatteri de catanisi, appoi chiddu dei cinisi, poi chiddu de mafiusi, chiddu de tunisini, algerini e marocchini e poi chiddu di l’abbissini e di l’Africa centrale. E comu cumannunu i straneri? Addivintanu i patruni!».

San Pietro risponde: «Aituzza, proprio ieri, ho accompagnato il Maestro Gesù in Sicilia a vedere da vicino lo stato di sofferenza dell’intero popolo e proprio a Catania, in Corso Sicilia, Gesù è sceso dalla sua auto, la vecchia “Nuova 595 Abarth “ targata Betlemme, e, alla vista di clochard che risiedono li, si è avvicinato per aiutare sofferenti a riprendere a camminare e a vedere. Sapete com’è? in dette occasioni, molti passanti si sono avvicinanti e Gesù ha chiesto loro se avessero bisogno di qualche guarigione. Un passante sai cosa ha risposto a nostro signore? “No, grazie! Ppi cottesia, a me, non mi guarire perché sogno ‘mpiegato comunale e ancora solo da ieri mi sono messo in malattia!».

Santa Agata e gli altri santi: «Ma allora la supplica che abbiamo rivolto al Padre Eterno, per salvare la Sicilia, che fine ha fatto?». San Pietro risponde: «Che fine ha fatto? Sapete cosa mi ha risposto Gesù, in proposito? Il Padre mio è buono e misericordioso, ma, se i siciliani continueranno a sbagliare, non ci pensa due volte a scatenare un nuovo diluvio universale nell’Isola o a far vomitare l’Etna in lungo e in largo. E questa volta non ci manda neanche a Noè a salvare solo la razza animale».