Omicidio Gaetano Salici, arrestato “Saretto u furasteri”: Concetto Bonaccorsi racconta i dettagli del 2 agosto ’87

Omicidio Gaetano Salici, arrestato “Saretto u furasteri”: Concetto Bonaccorsi racconta i dettagli del 2 agosto ’87

CATANIA – Nel pomeriggio di ieri, su delega della Procura della Repubblica -Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare, emessa in data 2.5.2018 dal gip al Tribunale di Catania, nei confronti di Rosario Pitarà, 64enne, detto “Saretto u furasteri”, pregiudicato, in atto sottoposto alla Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

L’uomo è ritenuto responsabile del reato di omicidio, con l’aggravante di avere agito per motivi futili e al fine di agevolare, con premeditazione, l’attività dell’associazione mafiosa denominata “Cursoti milanesi”.

La misura cautelare è esito di indagini, delegate dalla Procura – D.D.A. di Catania ed eseguite dalla squadra mobile – sezione criminalità organizzata a riscontro delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Concetto Bonaccorsi che, insieme a quelle di altri, ha permesso di acquisire gravi elementi probatori a carico di Rosario Pitarà, in ordine all’omicidio di Gaetano Salici, 56enne, colpito da numerosi colpi di arma da fuoco la sera del 2 agosto 1987, in via Lazio, nel quartiere di Nesima Superiore.

La vittima è deceduta durante il trasporto in ospedale. I testimoni oculari hanno riferito di un inseguimento, ad opera del killer, che aveva avuto inizio in via La Marmora ed era terminato innanzi a una bancarella di via Lazio, dove Salici è stato colpito da diversi colpi d’arma da fuoco.

Sul luogo del delitto sono stati ritrovati e sequestrati 5 bossoli calibro 7,65.

Lo stesso 2 agosto, pochi minuti dopo la consumazione del delitto, l’equipaggio di una volante ha sorpreso Guglielmino Giovambattista, 56enne, in via Barsanti, luogo non lontano da quello dell’omicidio, mentre appiccava il fuoco a una Fiat Uno. Sulla base degli elementi raccolti, Guglielmino Giovambattista è stato fermato perché gravemente indiziato di aver collaborato nell’omicidio di Salici e condannato dalla Corte di Assise di Appello di Catania a 16 anni e 6 mesi di reclusione.

Inizialmente il vero autore dell’omicidio non era stato rintracciato. In base alle dichiarazioni di Concetto Bonaccorsi, insieme a quelle di Roberto Testa, testimone oculare del delitto, occasionalmente presente ai fatti, l’omicidio di Salici è stato attribuito ed eseguito da Rosario Pitarà, perché ritenuto coinvolto in un attentato, non andato a buon fine, ordito da esponenti della famiglia Santapaola.

I citati collaboratori hanno anche riferito che alcuni affiliati del clan Santapaola hanno provato a uccidere Pitarà, in quanto considerato killer spietato e scomodo per gli avversari. Il fratello di Salici, avendo appreso che alcune persone si erano recate dal fratello Gaetano per chiedergli informazioni su dove si trovasseSaretto u furasteri”, aveva riportato la notizia all’assassino, il quale si era convinto che Salici avesse fornito supporto per l’agguato.

In effetti, il 30 luglio 1987, alle ore 18 circa, in via San leone, angola via dell’Adamello, c’era stata una sparatoria e dalle notizie confidenziali è emerso che Pitarà era stato oggetto di un attentato, al quale era riuscito a scampare.

Pitarà stesso, esponente storico della famiglia mafiosa dei “Cursoti Milanesi”, è stato scarcerato il 18 agosto 2017, dopo un lungo periodo di detenzione. Dopo le formalità di rito, Rosario Pitarà è stato rinchiuso al carcere di Catania-Bicocca.

 

In foto Rosario Pitarà, detto “Saretto u Furasteri” , 64 anni.