“Troppi anglicismi e abbandonando della lingua italiana”: l’appello dell’Accademia della Crusca

“Troppi anglicismi e abbandonando della lingua italiana”: l’appello dell’Accademia della Crusca

PALERMO – Troppi termini inglese e abbandono della lingua italiana. Sono queste le accuse che l’Accademia della Crusca muove al Ministero dell’Istruzione. In particolare, i linguisti fanno riferimento al Sillabo programmatico, documento dedicato alla promozione dell’imprenditorialità nelle scuole statali secondarie di secondo grado.

Sembrerebbe proprio che il documento testimoni l’abbandono dell’italiano, da parte del Miur, in favore di un sovrabbondante e a volte inutile ricorso all’inglese, insistendo sul fatto che più che far riferimento a un’educazione all’imprenditorialità, dà vita a una contraffazione della cultura e della lingua italiana.

Dall’altro lato, la risposta del ministro, Valeria Fedeli, sottolinea che nel Sillabo la presenza di alcuni termini inglesi non è così preponderante e che l’utilizzo di alcuni prestiti è necessario quando consentono una funzione designativa del tutto inequivocabile, soprattutto se si accompagna all’introduzione di nuove cose e nuovi concetti.

I professori sostengono che si tratta di un documento da dover tradurre per intero, in quanto tante espressioni usate potrebbero essere esposte facilmente in italiano che, in questo caso, viene limitato nelle sue prerogative basilari di lingua intesa quale strumento di comunicazione e di conoscenza.

Se è giusto valorizzare e preservare la lingua italiana e, dunque, dove è possibile usare vocaboli casalinghi, ci sono ambiti dove, però, a volte è necessario l’uso di termini stranieri. Particolarmente proficui si rivelano il campo della tecnologia e dell’informatica, come i vari componenti del computer (hardware, software, mouse, touch screen) e tutte queste nuove parole derivanti dal mondo dei social network, mezzi di comunicazione utilizzati ormai in tutto il mondo dai giovani e non solo. Infine, un altro campo dove l’inglese fa da padrone è quello dell’economia e degli affari, ovvero il business.

Per non dimenticare anche il panorama della politica, della moda e della musica. Dunque, in un mondo globalizzato, per non restare esclusi, è giusto trovare un equilibrio tra l’uso corretto della propria lingua madre e un’adeguata apertura verso nuovi termini.