Marinella Fiume: c’è un’altra Stonehenge in Sicilia

Marinella Fiume: c’è un’altra Stonehenge in Sicilia

FIUMEFREDDO – Marinella Fiume è innamorata della Sicilia: e le da un’immagine tutta nuova in moltissimi suoi libri, come per esempio “La Sicilia Esoterica”. Tuttavia la scrittrice (prima insegnante e poi membro politico di spicco) è anche una femminista, lo dimostra: “Siciliane”: il primo dizionario delle donne siciliane, e altri libri come “Aforismi per le donne toste. Scovati capovolti creati”, “Feudo del mare. La stagione delle donne”

L’autrice, sicilianissima e fiera di esserlo, è nata nella bella cittadina di Noto, si è laureata nel 1973 in Lettere classiche col massimo dei voti. E dopo aver insegnato e ricoperto la carica di sindaco a Fiumefreddo si è dedicata alla ricerca di tutte le particolarità dimenticate dell’Isola, dettagli trascurati, lasciati sotto un cumulo di polvere ad invecchiare che invece rendono la nostra bella Sicilia ancora più interessante di quanto già non sia.

Avvicinatasi alla figura di una guaritrice, come racconta nel libro “Vita di Orazia, contadina e guaritrice” Marinella spiega come lo svolgere certi riti ha un’importanza simbolica, non si guarisce certo attraverso dell’olio sparso sul capo ma è il crederlo che ti porta alla guarigione.

la sicilia esoterica

Nel libro “La Sicilia Esoterica” la scrittrice si propone di decodificare tutti i simboli siculi e sicani di addirittura oltre 10.000 anni fa. Marinella Fiume parla di un matriarcato che, come dice la stessa “di matriarcato proprio non si tratta, si parla di un politeismo tutto al femminile”. 

L’Etna stessa è donna, una dea di cui i Siciliani non hanno paura, le hanno costruito sulle pendici, attorno e, al giorno d’oggi, sanno come prevedere le colate laviche. Tuttavia un po’ di paura primordiale nei confronti del vulcano più alto d’Europa resta.

In Sicilia abbiamo tantissimo, si potrebbe vivere di solo turismo, dicono in molti. Marinella Fiume nel suddetto libro paragona i megaliti di Argimusco a quelli della magica Stonehenge, tra la Rupe dell’Acqua e l’Orante, dice la talentuosa scrittrice: “Non si potrebbe fare di Argimusco la nostra Stonehenge?”