Il duello di Salvini e Di Maio, sul premierato, non trova fine, neanche nei giorni delle festività pasquali

Il duello di Salvini e Di Maio, sul premierato, non trova fine, neanche nei giorni delle festività pasquali

Alla vigilia del fatidico incontro delle delegazioni dei Partiti con il presidente Mattarella per la formazione del nuovo Governo, previsto mercoledì 4 aprile, Di Maio dei “5 Stelle” e Salvini della “Lega”, dovrebbero quantomeno chiarire le proprie posizioni sulla costituzione o meno di una ipotetica maggioranza e dimostrare al Colle di essere capaci a governare insieme il Bel Paese.
Ma visto l’instancabile duello per l’accaparramento della leadership e i veti, fin’ora espressi dal giovane Luigi, su eventuali incontri per possibili accordi con il senior Silvio, sembra proprio che una soluzione di accordo appaia molto, ma molto difficile! Da una parte, Il segretario Leghista si fa forte perché è a capo del Centrodestra, ovvero la coalizione che ha vinto le elezioni dello scorso 4 marzo; dall’altra, il pentastellato Di Maio vanta i suoi diritti di premierato perché a capo del Movimento politico, più gettonato.

Ma cu ci o fici fari all’ onorevole Ettore di “produrre un rosatello” così disgustoso e tale da creare tante incommensurabili diatribe e più antagonisti che si accaparrano la vittoria, tanto da mettere persino in difficoltà il presidente Mattarella?

Di sicuro, il Capo dello Stato potrebbe essere costretto, in ultima analisi, a dover prendere dure decisioni per il bene della Nazione, come chiedere a Martina, il successore di Renzi, di aiutare la formazione di una maggioranza di “Larghe Intese” con la scusa di studiare una nuova legge elettorale del tipo “Non combina guai” e non consentire una maggiore assegnazione di seggi, rispetto ai candidati in lizza, ad un Partito, come è successo ai 5 Stelle, in Sicilia, il 4 marzo, e la cosa più importante smetterla di lasciare ingovernabile il Paese.

Qualcuno dirà che il Rosatellum è stato voluto e votato per favorire le coalizioni e non Partiti o Movimenti singoli come i 5 Stelle; si, ma se la paura di perdere fa 90 anche al Parlamento, l’Italia intera dove dovrà andare a parare?

Adesso, con tutto ciò che sta succedendo in Sicilia, la su menzionata domanda si ripercuote anche qui. No? … Vediamo!

In Sicilia, in questa settimana di Passione e di Resurrezione, si sono registrati fatti di cronaca, che non lasciano sperare, ancora per molto, niente di buono in tutti i settori.

In quest’oggi iniziamo con le opere pubbliche 0.0. L’autostrada Siracusa Gela, progettata mezzo secolo fa (e non è affatto una cavolata che sono trascorsi più di 50 anni dalla sua progettazione), è stata realizzata, fin’ora, sino a Rosolini, adesso rischia di perdere i fondi europei, perché i lavori risultano in forte ritardo rispetto alla tabella di marcia. Ma a Gela, da Siracusa, non ci si arriverà mai? Un altro rebus, tipo Ponte sullo Stretto.

La Catania Ragusa, un giorno si apprende che i finanziamenti ci stanno, poi non ci stanno più ed il giorno dopo ancora, con l’intervento del ministro Del Rio, i picciuli, ci sono nuovamente, il giorno dopo ancora si apprende che l’arteria, che da Catania porta alla città del “Caciocavallo”, si farà, ma per percorrerla ci vorranno prima 18 euro di pedaggio, poi il giorno dopo 16 euro e alla fine forse anche 12; Ci sembra di stare alla fiera e sentire lo strillone di turno “Non ve la do per 20,non ve la do per 15, non ve la do per 10, non ve la do … datemi 5 euro e la camicia è vostra!”.
Ancora rimanendo sul versante della Sicilia orientale, apprendiamo che sulla Catania Gela, la strada che detiene il record di incidenti mortali e che è lunga più di 80 km, verrà realizzato un tratto di 20 chilometri a 4 corsie. Adesso, lungi da lanciare segnali di invidia, quando parliamo di autostrade a 4 corsie in Sicilia, è come se parlassimo di strade ad 8 corsie in Lombardia e con una piccola differenza: “Li, nel Nord li realizzano, anche con la forza, da noi neanche per necessità di garantire la sicurezza del percorso! E ci viene da dire: “Ma noi, in Sicilia, fino a quando dobbiamo fare paragoni con lo Stivale?”.

Beh … noi siciliani abbiamo un altro record da tutelare: “Il dilemma del Ponte sullo Stretto” Lo avete dimenticato?

No, non siamo come Alice nel paese delle meraviglie! Siamo invece nell’Isola del “muru vasciu!”. Gli ordini e i contrordini arrivano sempre da Roma e poi … Ma questo è un tema che riprenderemo anche nelle prossime puntate. La Sicilia? Altro che Bardonecchia con il blitz della Gendarmeria francese!