RIBERA – È polemica a Ribera dove, a partire da oggi, alcuni panificatori hanno deciso di aumentare il prezzo del pane. Non tanto per l’incremento in sé stesso, comunque notevole, visto che si aggirerebbe attorno al 70 per cento. Quanto, piuttosto, perché c’è chi vi ha ravvisato una violazione della normativa sulla libera concorrenza.
Secondo Angelo Renda, segretario cittadino di Sinistra Ecologia e Libertà, i panificatori riberesi si sarebbero seduti attorno ad un tavolo per stabilire di comune accordo il nuovo prezzo. «Un comportamento scorretto ed irregolare, all’insegna di un vero e proprio “cartello”», ha scritto Renda in una nota inviata al Prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, e al sindaco di Ribera, Carmelo Pace. Ai due rappresentanti istituzionali, l’esponente di SEL chiede un intervento tempestivo per mettere fine a quella che viene giudicata una «grave anomalia». Tanto più, sostiene ancora Renda, in considerazione del fatto che è del prezzo del pane che si sta discutendo, un alimento indispensabile per tante famiglie già duramente provate dalla crisi economica. «Auspichiamo – conclude, infatti, Renda nella sua nota – un giusto rapporto qualità-prezzo che vada incontro al ridotto potere d’acquisto dei consumatori».
Ma i panificatori crispini tirati in ballo dal segretario cittadino di SEL, non ci stanno. E pur non avendo diffuso una risposta ufficiale al duro attacco di Renda, hanno comunque fatto sapere che non c’è nulla di concordato nell’aumento del prezzo del pane. Si tratta, come hanno fatto notare, di un semplice adeguamento.
I panificatori finiti oggi sotto accusa, infatti, sono gli stessi che qualche tempo addietro avevano deciso di scostarsi dai prezzi praticati dagli altri colleghi, applicando un forte ribasso. Un esperimento, insomma, che non avrebbe dato i frutti sperati, sfociato oggi nella decisione di adeguarsi nuovamente ai prezzi praticati dal resto dei panificatori riberesi.
Santi Sabella
