Capitano di vita

Capitano di vita

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Il 4 Marzo 2018 è una data che non verrà dimenticata dai cittadini italiani. E’ il giorno delle elezioni che tanto aspettavamo, con l’obiettivo di dare un nuovo volto alla nostra Italia. Era un gran giorno fino a quando qualsiasi mezzo di comunicazione annuncia una notizia che gela l’anima di ogni tifoso sportivo e non solo.

Davide Astori, capitano della Fiorentina e giocatore della nazionale viene ritrovato senza vita nell’hotel che ospitava la squadra in vista della trasferta di Udine.

Nativo di San Giovanni Bianco è cresciuto a Bergamo nel Gennaio 1987. Il suo amore e talento per il calcio viene riconosciuto dal Milan che lo ingaggia con l’obiettivo di trasformarlo in uno dei più grandi di sempre, ma per vari motivi è costretto a lasciare i rossoneri e nel 2005 viene acquistato dal Cagliari dove la sua carriera decollerà verso grandi traguardi riuscendo in poco tempo a conquistare tifosi, staff e compagni in merito al suo impegno e simpatia.

Dopo la lunga esperienza a Cagliari e la breve ma emozionante e intensa a Roma, Davide viene acquistato dalla Fiorentina nella stagione 2017-2018 diventando capitano e bandiera di un’intera città, assaporando anche l’ebbrezza di indossare la storica maglia della nazionale italiana. La domenica del 4 Marzo era una data vissuta con gioia da ogni tifoso; Serie A, Premier e Liga pronte ad essere divorate sul proprio divano con match decisivi che avrebbero dato una svolta al proprio campionato. Fuori è nuvoloso, in Italia nevica ed il cielo grigio rispecchia il nostro stato d’animo.

Questa domenica in casa non ci saranno urla per la schedina o per un gol della propria squadra, solo un silenzio che racchiude tante parole. Nella storia del calcio ci sono state tante favole memorabili e col tempo continueranno ad essercene, ma la tua rimarrà quella più emozionante e commovente, quella che tua figlia Vittoria guarderà in tv fra qualche anno, vedendoti correre in quel rettangolo di gioco e capendo il motivo per cui la gente ti amava e non ti scorderà. Un esempio, un uomo, ma soprattutto un papà. Una persona positiva, per tutti.

Per chi lo conosceva personalmente e per chi la domenica aveva la fortuna di ammirarne lo sguardo anche solo per novanta minuti: pacato, elegante, gentile. Chi non ama lo sport, non lo vive e non lo segue, forse non può provare certe emozioni e sentimenti, non può viverlo con quel pizzico di romanticismo che ti lega e tiene stretto per sempre. Chi non ama lo sport non può vivere certe gioie e dolori, sarà solo un gioco, ti diranno, ma per te che lo vivi a pieno, sarà come una parte di te stesso. Quella notte Davide ha giocato la partita più importante della sua vita, perdendo, ma segnando un gol che vale tanto: insegnarci il valore della vita. Quella domenica tutte le partite sono state sospese, non per logica, ma per amore e rispetto, perché sono i sentimenti e l’emozioni che rendono questo sport meraviglioso. Lo spettacolo del calcio doveva fermarsi, ma Davide andrà avanti, in un universo lontano dal nostro che siamo liberi di chiamare paradiso o semplicemente ricordi. Certe tragedie non possono essere descritte, ti rimangono in mente e per sempre ricordate, com’è giusto che sia.

Porti via un pezzo del calcio italiano che può essere ricostruito solo ricordandoti. Da oggi, non c’è più Davide e non solo per la sua famiglia, ma anche per genitori, fratelli e compagni. Ma ci sarà il suo ricordo che lo terrà in piedi, vivo nelle azioni quotidiane e la domenica in campo, a spingere la squadra. E’ grazie a persone come te che il calcio è il gioco più bello del mondo.

 

Alberto Marletta

Classe V Sez. BL – Liceo linguistico “Turrisi Colonna” Catania