Siracusa, Fabio Granata: “Riprogettiamo il porto per farlo diventare Grande!”

Siracusa, Fabio Granata: “Riprogettiamo il porto per farlo diventare Grande!”

SIRACUSA – Fabio Granata invia una nota alla redazione di Newsicilia per aprire un dibattito sul ruolo del porto di Siracusa, su come si debba riprogettare in maniera organica e con grandi prospettive. E chiama soprattutto l’amministrazione comunale ed in realtà tutta la città ad esprimersi per costruire insieme un futuro compatibile con la storia straordinaria di Siracusa.

Siracusa alba

“La Risorsa mare e l’economia portuale – scrive Fabio Granata – dovrebbero rappresentare un elemento imprescindibile delle politiche siciliane sopratutto per città come la nostra che hanno la fortuna di possedere porti dalla storia straordinaria e belli e accoglienti come pochi al mondo.

“Ovviamente ogni valorizzazione presuppone una idea progettuale completa che razionalizzi gli interventi e che abbia chiari gli obiettivi:esattamente il contrario di ciò che in questi ultimi anni e’avvenuto a Siracusa.

“Il Porto grande di Siracusa è tutelato sia come Porto Monumentale (fin dagli anni 80) sia attraverso il Piano paesaggistico regionale da me pensato e convertito in legge Regionale gerarchicamente superiore anche ai Piani regolatori o ad eventuali Piani portuali,che nel nostro caso mancano totalmente.

“Da assessore regionale, anche per porre la parola fine a questa mancanza di regole ma sopratutto per rispondere alle precise disposizioni comunitarie sui fondi del complemento di programmazione (Agenda 2000), varai il Piano regionale dei Porti, individuando criteri costruttivi e numeri di posti barca da realizzare per poter accedere ai contributi europei.

“A Siracusa il numero di posti barca complessivi stabilito era di circa 1200, di cui 800 anche per barche di grande dimensione, che dovevano essere creati dal “progetto Caltagirone” di cui venne posata la prima pietra nel 2006 e il cui braccio di chiusura che allungava il molo Zanagora avrebbe dovuto rappresentare una opportunità sia per aliscafi o traghetti che per le navi da crociera.

“Dopo quella fase positiva di programmazione, gli anni successivi furono caratterizzati dalle vicissitudini giudiziarie del responsabile del progetto principale di Porto Turistico (che determinarono il caos e il blocco dei lavori iniziati) ma anche dalla sciagurata decisione di dare il via al rifacimento delle banchine del Foro Italico, consentendo (con l’assenso della Soprintendenza) alla impresa di un progetto che non ho mai né capito né condiviso di…poter costruire “in loco” i famigerati cassoni di cemento con il risultato di quel vergognoso muro di cemento armato che costituì per anni sfregio indicibile a uno dei paesaggi più belli del mondo.

“Per farla breve, credo sia arrivato il momento di “riprendere il controllo politico” dei progetti e capire cosa fare: e questa responsabilità e questo compito non può che assumerlo, e subito, il Comune.

“È chiaro che da questa necessità di una nuova pianificazione e di un “punto e a capo” non può che derivare uno stand by a qualsiasi ulteriore progetto (per evitare un caos ancor più grave dell’attuale) sia quello della Spero che altri dei quali già si parla in altre aree portuali e precisamente nello specchio acqueo prospiciente il Talete o nel Porto Piccolo.

ponte Calafatari Siracusa

“In particolare ogni ulteriore intervento sul Porto Grande, qualora fosse utile e considerato approvabile, non potrebbe comportare ulteriore cementificazioni, né addirittura folli ipotesi di “isole artificiali”, visto che non siamo a Dubai ma a Siracusa, capitale culturale della Grecia d’Occidente e città Patrimonio dell’Umanità…

“Il Progetto Spero, allora, sarebbe auspicabile diventasse una operazione di rigenerazione urbana delle importanti volumetrie esistenti e un porto da realizzare con materiale sostenibile come il legno e elementi di bioedilizia.
Ma, ripeto, prima il Comune sciolga i tanti nodi sopraindicati e ancora in campo.

“Il porto dovrebbe avere una vocazione turistica e commerciale e accogliere la marineria siracusana in maniera adeguata anche promuovendo nuove iniziative legate alla pesca turismo e alle escursioni marine.

“Più complessivamente serve un restiling dell’intero water front, vero biglietto da visita della città: dal Foro italico a tutta l’area portuale tutto andrebbe rivisto nei materiali, nelle illuminazioni, negli spazi sia della ristorazIone che dell’escursionismo, varando un semplice regolamento per l’arredo urbano portuale.

“Infine altre questioni delicatissime riguarderanno la crocieristica, sia per la tutela del paesaggio unico del porto grande sia per motivi di sicurezza e di inquinamento delle acque semi chiuse del nostro approdo naturale: serve un rigoroso studio delle correnti che mi risulta mancare totalmente.

“In una parola auspico che ci si fermi, si ragioni e si riparta per assicurare un grande futuro alla portualità siracusana, anche attraverso organismi che portino a governance univoche nonostante la pluralità di competenze: una bella e importante scommessa per la nostra Siracusa”.