Terminato il pontificale dedicato a Sant’Agata, Cardinal Bassetti: “Ricuciamo le nostre comunità”. LE FOTO

Terminato il pontificale dedicato a Sant’Agata, Cardinal Bassetti: “Ricuciamo le nostre comunità”. LE FOTO

CATANIA – È terminata da qualche minuto la messa pontificale in onore di Sant’Agata, officiata dal cardinale Gualtiero Bassetti, nonché vescovo dell’arcidiocesi di Perugia-Città del Pieve.

Durante la messa, come consuetudine, il cardinal Bassetti, ha fatto la sua omelia interamente dedicata alla santa padrona di Sant’Agata.

Il vescovo di Perugia ha iniziato ringraziando: “L’arcivescovo Mons. Salvatore Gristina, cui mi lega un’amicizia più che ventennale, e il Signor Sindaco Avv. Enzo Bianco per l’invito che mi hanno rivolto a presiedere le celebrazioni in occasione della Festa di Sant’Agata, patrona della città di Catania“.

Poi ha ricordato: “L’effige di Sant’Agata si trova nelle chiese di mezza Europa e dell’Asia Minore. A Sant’Agata è anche intitolata una delle chiese più antiche di Perugia. È il simbolo di una vocazione verginale interamente consacrata a Dio, testimone fedele delle beatitudini evangeliche fino all’effusione del sangue. Icona venerata dai credenti, ma anche da coloro che, pur non avendo fede, scorgono nel suo sacrificio l’eroicità di una vita che non si piega al sopruso, al ricatto e alla violenza“.

Dopo aver introdotto l’omelia, ha commentato la prima lettura, dal Libro dei Maccabei, poiché, come spiega il cardinale, è: “dedicata alla persecuzione contro degli innocenti la cui colpa
è unicamente quella di osservare le leggi divine e solo a Lui rendere culto“.

Successivamente ha la seconda lettura, spiegando:” L’uomo e la donna di fede sono messi duramente alla prova, ma confidano in Dio. Sanno che anche i capelli del loro capo
sono contati e che la loro vita è nelle mani del Signore. Non temono la morte, perché sanno che essa è la porta che si spalanca sulla vita eterna. Stiamo parlando di uomini e donne dalla fede autentica“- poi continua-.” Tra questi testimoni, ricordiamo oggi Agata, giovane donna appassionata di Cristo, dal cuore ricco di bontà e di fierezza, figlia autentica di questa splendida terra
siciliana”.

Agata“- esordisce il vescovo Bassetti-“ testimonia, con il suo sacrificio, un amore ed una fiducia in Dio che né la morte né la sofferenza possono offuscare.Agata muore gelosa ed innamorata della paternità del suo Dio, nella certezza che egli mai l’avrebbe abbandonata e privata della sua presenza affettuosa e premurosa.

Il corpo della nostra martire rotola, sui carboni ardenti, non così la sua fiducia in Dio, resa salda dalla preghiera.  Non a caso, la sua fermezza e femminilità la rendono ancora oggi protettrice del popolo che a lei si affida, anche contro la violenza degli elementi infuocati”. Ha tuonato il cardinale.

Anche la nostra vita a volte sembra rotolare su carboni ardenti, che la feriscono, la consumano e la deturpano della sua bellezza. Al tempo stesso l’aria paganeggiante che spesso respiriamo ci invita, a volte anche in maniera pressante, ad incensare e venerare i vari dèi del pantheon odierno, tra i quali il nostro io. Ciò significa perdere la libertà e divenire schiavi di idoli che ci illudono di renderci felici mentre, lentamente, ci strappano dalle nostre radici cristiane, rendendoci deboli, fragili e soli. Cedere dinanzi alle lusinghe del mondo vuole dire, pian piano, rinunciare a valori sacri, come l’amore per la vita, l’amore per la giustizia e, in particolar modo, il valore dell’onestà, sommerso spesso sotto la coltre della illegalità“.

Il malessere“-spiega sua eminenza Bassetti-“ spesso sfocia in rabbia e violenza e le periferie esistenziali sono lo scenario opaco di tanta solitudine. Ieri, con la Chiesa italiana abbiamo celebrato la Giornata della Vita“.

Durante l’omelia, il cardinale ha ricordato quanto avvenuto sabato scorso a Macerata: “Il terribile gesto di violenza è segno di un disagio sociale che nasce dall’insicurezza e dalla paura: esso
non può trovare giustificazione alcuna, né essere sottovalutato nella sua oggettiva gravità. Mentre ci chiniamo sulla vita nascente perché possa trovare accoglienza e sostegno, dobbiamo fare ogni sforzo per custodire la qualità della vita delle nostre  città, favorendo inclusione e sicurezza”.- poi il vescovo di Perugia ha lanciato un monito -“ Bisogna dire no alla xenofobia, al rancore
sociale e agli ‘imprenditori della paura’: dobbiamo unire l’Italia, “ricucire” le nostre
comunità. In nome di Dio invochiamo sobrietà, pace e dialogo!

Poi, Bassetti, ha parlato dei giovani, infatti proprio al loro è dedicato il sinodo dei vescovi, dicendo: “La giovane Agata ci aiuti a capire questo mondo, a coglierne i desideri e la voglia di vivere, di realizzazione e di appagamento, e le inquietudini dei nostri ragazzi. Agata non esita a patire con Cristo, nella convinzione che l’amore è passione”.

Ha concluso un’omelia che ha toccato tutti i problemi e gli ambiti dei nostri giorni, spiegando il significato del verbo Amare, che:”vuol dire essere disposti a soffrire per le persone che si amano. Ma spesso, questo, questo non viene messo in conto. Ricordare oggi la passione ed il martirio di questa giovane ragazza può significare per tutti noi il voler riscommettere
sull’amore in maniera seria: ‘Dio è amore’“.

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