Anticipi pensionistici, assegni sociali e livello povertà: Catania al primo posto in Sicilia

Anticipi pensionistici, assegni sociali e livello povertà: Catania al primo posto in Sicilia

CATANIA – Oltre 200 richieste di A.pe. Social e 314 di A.pe. Precoce portano Catania a essere la prima provincia in Sicilia per numero di anticipi pensionistici concessi dall’Inps nell’anno appena concluso. L’istituto previdenziale sottolinea anche l’aumento del numero di assegni sociali erogati nel territorio catanese. Inoltre, a conferma di quanto la Cisl dice da tempo, il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania, col suo studio sulla povertà basato sui dati Istat rileva anche, nel capoluogo etneo, l’aumento dei nuclei familiari che non versano in buone condizioni economiche.

Anche la Fnp Pensionati e la Cisl di Catania confermano questo andazzo, sulla base dei recenti elementi emersi sullo stato delle pensioni e della povertà alle prese con le politiche socioassistenziali nel territorio etneo. “A Catania, i dati dicono che la platea di pensionati e anziani si fa sempre più ampia – commentano Alfio Giulio, segretario generale della Fnp Cisl siciliana, Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea e Marco Lombardo, segretario generale della Fnp Cisl catanesementre le risposte dei servizi socio-assistenziali e sanitari, locali e regionali, sono sempre insufficienti”.

“Serve un welfare locale adeguato ai nuovi bisogni – aggiungono – e nuove linee guida in materia di politiche sociali, indirizzate a quelle fasce più deboli, singoli o famiglie di anziani ma anche di giovani sempre più in difficoltà. Purtroppo trovano conferma i nostri timori nel ritenere che la situazione ha bisogno di un livello di interlocuzione più attenta rispetto al passato. Ecco perché affidiamo al sindaco Bianco, anche nella sua qualità di sindaco metropolitano, l’onere di un confronto serio col territorio e con il fronte sindacale dei pensionati”.

I tre vertici delle sigle sindacali puntano il dito anche contro il sindaco, in quanto “potrebbe far valere la propria autorità verso le istituzioni sanitarie locali per affrontare i gravi e irrisolti problemi, legati ai disagi vissuti dalla popolazione catanese e, soprattutto, dagli anziani, nei pronto soccorso e per le lunghe liste d’attesa per le visite specialistiche e diagnostiche strumentali. Una condizione che finisce per favorire o il ricorso alle strutture private o, peggio ancora, la rinuncia alla cura”.

“Con il nuovo governo regionale e con l’assessore Razza – concludono – dovrà essere affrontata la rivisitazione delle linee guida emanate del nuovo Piano socio-sanitario regionale, pubblicato nell’estate scorsa, sotto il governo Crocetta. Tale Piano, pur presentando alcuni contenuti condivisibili sul piano dell’innovazione e dell’attenzione alla persona, non indica alcuna forma di integrazione con il resto delle norme né chiarisce le fonti di finanziamento, se provenienti dall’ambito sanitario o sociale, con cui realizzare un fondo unico per rispondere a bisogni di salute, in modo ampio e complesso, dei cittadini”.