Dalla psicosi dei vaccini alle innovative potenzialità della canapa, tutte le news scientifiche del 2017

Dalla psicosi dei vaccini alle innovative potenzialità della canapa, tutte le news scientifiche del 2017

PALERMO – Nel bene e nel male, un altro anno è passato. Vediamo insieme gli eventi e le tematiche più importanti in ambito scientifico del 2017 in Sicilia.

Iniziamo con la medicina. Argomento caldo dell’anno appena trascorso è il perenne scontro “Vaccini si o vaccini no?”, che ha fatto discutere milioni di famiglie in tutta Italia. Grossi sono stati i problemi anche in Sicilia, dove ci si è ritrovati a dover vaccinare 191 mila bambini prima dell’inizio della scuola, per essere in regola con il nuovo decreto Lorenzin sull’obbligatorietà dei vaccini in classe. Poco tempo e genitori contrari (e contrariati) non hanno certo facilitato la situazione. Secondo alcuni i vaccini non solo sarebbero inutili, ma anche pericolosi e, addirittura, danneggerebbero il bambino, con il rischio di malattie gravi come l’autismo.

In passato abbiamo già trattato il problema, vedendo come, secondo il parere degli esperti, sarebbe sbagliato affermare categoricamente che non si verifichi mai alcun problema dopo la somministrazione del vaccino, ma, ponderando i pro e contro, l’ago della bilancia pende decisamente dalla parte degli effetti positivi.

Accanto alla paura dei vaccini, ad accompagnarci nei 365 giorni appena passati, c’è stata la paura della meningite. L’allarme, infatti, si è trasformato in una vera e proprie psicosi, dovuta all’alto numero di vittime mietute.

Cambiando argomento e spostandoci in tema ambientale, i fatti non migliorano. Alto il tasso di inquinamento, in particolare nel litorale catanese, che, in alcune zone, ha addirittura limitato la possibilità di balneazione. Altri, invece, contestano, denunciando un allarmismo esagerato, perché la situazione dei mari nel 2017 sarebbe stata monitorata e in netto miglioramento rispetto agli anni precedenti.

Riflettori puntati anche sul problema della siccità. Sembra che, per la Sicilia, sia stato l’anno più secco da ben 70 anni a questa parte, dati preoccupanti soprattutto per il settore agricolo, che ne ha risentito non poco.

Nel 2017, riflettori puntati sulla produzione di Canapa, con una crescita del 200% dei terreni coltivati in Sicilia. La canapa sembra essere, infatti, la materia del futuro, molto utile all’uomo già durante la fase della crescita del germoglio: durante la fase vegetativa, infatti, questa pianta ha il potere di depurare i terreni da metalli pesanti ed altri inquinanti, oltre che di sottrarre grandi quantità di CO2 dall’atmosfera, fertilizzare i terreni ed esercitare un’azione diserbante naturale contro altre specie vegetali selvatiche infestanti.

Dalla canapa si ottengono oltre 50.000 derivati, tutti ecologici e da un ettaro di canapa si ricava la stessa quantità di cellulosa, per la produzione di carta, che forniscono 4 ettari di foresta, con la differenza che la canapa cresce in una sola stagione al contrario della foresta che impiega molto più tempo. E ancora, pare che il seme della canapa sia tra i più nutrienti al mondo, sia per l’uomo che per gli animali.

Parlando di scienze, naturalmente, non si può non menzionare il prestigioso “Festival delle scienze”, organizzato dal 9 al 13 agosto nella suggestiva Valle dei Templi di Agrigento. Cinque giornate di divulgazione, durante le quali i grandi della scienza e dell’innovazione italiana hanno raccontato al pubblico, ai piedi delle colonne del tempio di Giunone, le più recenti scoperte della ricerca scientifica internazionale.

A Catania, invece, è stato ospitato il V Convegno nazionale delle scienze antropologiche, organizzato dall’Università degli studi di Catania. In tre giornate si è parlato di solidarietà, mutualismo nella cooperazione internazionale contemporanea e antropologia applicata in Oceania, la progettazione urbana applicata e l’antropologia dei disastri.

Terminiamo con una curiosità geologica. Secondo uno studio del Cnr, ultimamente è stato accertato che, sul fondale del Mar Ionio, esiste un sistema di spaccature profonde che spiega il lento allontanamento tra Sicilia e Calabria. Si tratta di un sistema di faglie che è ancora in grado di innescare processi vulcanici e sismici.