Credo e bestemmie, lo “scontro” di Natale: “È una festività vuota”

Credo e bestemmie, lo “scontro” di Natale: “È una festività vuota”

CATANIA – Dopo giorni di trepidante attesa ecco arrivare il fatidico giorno di Natale. Tutto è ormai pronto, i regali sono già stati scartati, i piatti da servire sono già stati gustati e il panettone e il pandoro, da tradizione che si rispetti, sono da sempre nelle nostre tavole.

Le strade si illuminano e si fanno belle, le luci della città appaiono diverse, si sente insomma nell’aria la magia della festività più bella dell’anno. C’è ancora, però, quella che tutti conoscono come la “magia del Natale”? Una delle paure più grandi in questi anni è che questa festività stia diventando più d’interesse commerciale. La fede e il credo per ciò che si festeggia, e quindi il significato vero del Natale, sta invece andando via via scemando: questa, almeno, l’impressione suscitata in molti.

Per capire, allora, cosa sia davvero questa festività e quanto importi alla gente oggi, è necessario ascoltare i pareri dei singoli, così da rendersi conto su quale dei due aspetti stia primeggiando. Laura, una 18enne catanese, racconta un po’ quel che è il suo pensiero, senza risparmiare determinati aspetti che potrebbero anche esser presi negativamente: “Sono del parere che questa festa non sia più come una volta. La paragono molto a San Valentino, perché più che festeggiare la nascita di Gesù, in tanti si riuniscono solo per scambiarsi i regali”.

“Da adolescente – continua – so bene che, ormai, la stragrande maggioranza dei ragazzi, non crede in un Dio e proprio per questo vedo questa festività vuota di ogni suo reale significato. I giovani, forse perché influenzati dalla massa, non riescono più a professare una fede, anzi, spesso e addirittura per gioco, bestemmiano e imprecano senza sosta. Mi sento davvero offesa, da credente, quando non vengo rispettata; non impongo il mio credo a nessuno e non concepisco il fatto che chi non è d’accordo con me lo debba per forza mettere in discussione con insulti e parole blasfeme”.

Se da una parte in tanti saranno d’accordo con le parole di Laura, dall’altra c’è chi, senza peli sulla lingua, ammette effettivamente di non credere, aprendo così una diatriba legata alla religiosità e al culto di un Dio, a prescindere dal diverso credo.

Non è finita qui, però, perché, malgrado la realtà vista e raccontata prima dalla 18enne siciliana, che molti tra l’altro vivono, c’è chi la così detta “magia del Natale” la sente davvero e che, anzi, non si cura affatto di bestemmie o imprecazioni, ma passa oltre e prosegue portando avanti ciò che professa.

È il caso di Maria, 66enne catanese, che sembrerebbe non pensarla affatto come Laura. “Sono cattolica da sempre – racconta – non ho mai avuto dei ripensamenti particolari, ma anche il domandarsi il perché di alcune cose, spesso, aiuta a rafforzare ciò in cui si crede. Sono cresciuta in un ambiente religioso e tutt’ora vado in Chiesa. Non è più affollata come una volta, lo so bene, ma la gente c’è comunque, a prescindere dal numero. Ho una fede forte e irrobustita ormai, festeggio il Natale ogni anno come fosse il primo. Sento ancora quella magia che provavo da piccola, quando i miei genitori, anche se non avevano molto, ci portavano i doni insieme con i parenti con cui facevamo grosse abbuffate. Vengo da una famiglia numerosa, avevo sei fratelli, e ogni volta che arriva questa festività, in quattro ricordiamo insieme quelli che, purtroppo, oggi non ci sono più. E lo facciamo sempre con il cuore pieno di gioia”.

Per quanto riguarda i giovani dice: “Penso che i ragazzi sentano meno il Natale e che, anzi, molti lo vedano solo come una festa per lo più commerciale. Questo, però, fa parte di tutte le generazioni, è una questione semplicemente di credo. Non mi scomodano imprecazioni o bestemmie, a molti potrebbero dare fastidio, ma io sono del parere che non è di certo una persona a intaccare la mia religione, ben che meno il modo in cui questa ne parli. Ho sempre rispettato il mio Dio ed è per questo che lo onoro festeggiandolo ogni Natale e ogni giorno; perché la vigilia – sottolineaè solo un qualcosa in più da aggiungere al mio cammino di fede che, certamente, non cessa una volta passata la festa”.